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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2012 alle ore 18:54.

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Il termine finestre era stato "coniato" in seguito alle varie riforme del sistema pensionistico, che hanno fatto in modo di spostare sempre più in avanti la decorrenza della pensione rispetto alla data di maturazione dei diritti della stessa. Con il tempo, si sono trasformate diventando da fisse a mobili e flessibili. Infatti, in seguito al decreto legge 78/2010, convertito dalla legge 122/2010, sono state introdotte le cosiddette finestre flessibili. Queste prevedevano uno spostamento di tredici o diciannove mesi della decorrenza della pensione dal raggiungimento del diritto, a seconda che si trattasse di lavoratori dipendenti oppure di lavoratori autonomi, artigiani e commercianti. Infatti, la regola è che, raggiunto il diritto (ad esempio nel caso di lavoratore dipendente), si deve aspettare 12 mesi più uno per la decorrenza della pensione. Le finestre, con l'entrata in vigore della nuova riforma, introdotta dalla legge 214/2011, sono state abolite per coloro che matureranno i requisiti con la nuova legge, mentre continueranno ad applicarsi per coloro che hanno raggiunto i requisiti della pensione con le regole precedenti la riforma Monti.

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