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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2012 alle ore 14:25.

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È un'Imu modello tela di Penelope. Confezionata dall'Esecutivo precedente per sostituire l'Ici dal 2014, consegnata due anni prima dal Governo Monti per reperire 21 miliardi e rattoppata al Senato due settimane fa, l'imposta sugli immobili è pronta a subire nuovi aggiustamenti. Domani il relatore Gianfranco Conte (Pdl) depositerà in commissione Finanze della Camera i suoi emendamenti al Dl fiscale. Dove sembrano destinati a trovare posto, oltre alla rateizzazione in tre tranche dei versamenti per la prima casa, l'aliquota agevolata per gli appartamenti locati, l'esenzione per quelli invenduti e una diversa copertura degli sgravi sui beni comunali. Insieme a una parziale retromarcia sulle dimore storiche.

La decisione definitiva sarà presa nelle prossime ore. Una volta che i tecnici dell'Economia avranno quantificato il costo delle singole modifiche, il Governo (e di conseguenza il relatore) decideranno quali sgravi far passare e quali rinviare a momenti migliori per le casse erariali. Del gruppo ristretto di "sì" dovrebbe fare parte uno sconto alle case locate. Da attuare probabilmente applicando di default a tutti gli immobili affittati a canone calmierato l'aliquota base del 4 per mille senza lasciare che siano i sindaci a disporre (ed eventualmente finanziare) tale riduzione.
Una spinta in questa direzione giunge anche dalla Corte dei conti. Nella relazione sulle ultime leggi di spesa i magistrati contabili esprimono le proprie «perplessità» per la mancata riproposizione dell'abbattimento previsto ai tempi dell'Ici per i possessori di alloggi concessi in locazione. «Tale previsione – aggiungono – unitamente alla revisione degli estimi catastali potrebbe ridurre la convenienza alla regolarizzazione dei rapporti locativi». E, dunque, favorire l'evasione fiscale.

In rampa di lancio c'è poi un'esenzione per gli alloggi nuovi rimasti invenduti per tre anni, contenuta in un emendamento presentato da Maurizio Del Tenno (Pdl) che venerdì in commissione ha incassato il parere favorevole di Conte. A patto, s'intende, che siano trovate le coperture necessarie. La stessa condizione riguarda un'altra proposta di modifica "vidimata" dal relatore: quella a prima firma Giovanni Lolli (Pd) che esonera dal pagamento dell'Imu nel biennio 2012/2013 gli immobili siti nei Comuni abruzzesi colpiti dal sisma del 2009.
Novità sono attese inoltre anche per i proprietari di dimore storiche. I quali, al posto dell'abbattimento del 50% della base imponibile introdotto al Senato insieme a una deducibilità più ampia dei canoni incassati su quelli locati, potrebbero vedersi reintrodurre il regime agevolato Irpef abrogato due settimane fa proprio a Palazzo Madama. E anche la mancata devoluzione allo Stato del gettito prodotto dagli immobili comunali potrebbe essere coperta diversamente visto che i sindaci non hanno digerito il taglio di 250 milioni al fondo di riequilibrio del federalismo. Laddove sembrano destinate a sopravvivere il regime agevolato per le fondazioni bancarie e quello "aggravato" per gli anziani residenti nelle case di riposo.

Tra le novità in arrivo ce ne sono altre di tipo procedurale: lo slittamento al 30 settembre del termine della presentazione della dichiarazione Imu sugli immobili posseduti dal 1° gennaio 2012 chiesto da Elvira Savino (Pdl) oppure la possibilità invocata da Gerardo Soglia (Grande Sud) di pagare l'imposta non solo con i modelli F24 ma anche con i bollettini postali. Su entrambi gli emendamenti infatti c'è l'ok del relatore.
Allargando il cerchio alle altre new entry che dovrebbero riguarda il decreto fiscale spiccano infine lo slittamento da maggio a settembre dello stop al contante nei pagamenti della Pa oltre i 1.000 euro e l'introduzione di una tassa di sbarco da 1,50 euro sulle isole minore proposta da Dore Misuraca (Pdl).

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