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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2012 alle ore 08:18.

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Patrizia Maciocchi
Francesca Milano
Il testo del Dpr sulla riforma degli ordinamenti professionali soddisfa i presidenti degli Ordini professionali, anche se – secondo alcuni – restano nodi da sciogliere.
«Visto da dove si era partiti – spiega Claudio Siciliotti, presidente dei dottori commercialisti ed esperti contabili – possiamo dirci soddisfatti. In particolare, siamo lieti che nella definizione di professione sia stata fatta chiarezza». Giudizio positivo anche dagli agronomi e forestali: «Bene la proroga per l'assicurazione – spiega il presidente Andrea Sisti – ma bisognerebbe modificare il Testo unico sulle assicurazioni per imporre l'obbligo anche alle compagnie». Secondo Roberto Orlandi, presidente degli agrotecnici e agrotecnici laureati, restano criticità sul tirocinio: «Il Dpr specifica che per svolgerlo in università serve una convenzione quadro tra il Consiglio nazionale e il ministero. Prima, invece gli Ordini stipulavano convenzioni direttamente con gli atenei».
Promuove a pieni voti la riforma Marina Calderone presidente dei consulenti del lavoro. Bene il praticantato e la conferma del ruolo centrale del consiglio nazionale degli Ordini nella formazione. Del tutto provvidenziale anche la proroga per l'assicurazione. «C'era molta preoccupazione per la scadenza collegata all'entrata in vigore della norma. Il differimento di un anno – sottolinea Calderone – ci consentirà di lavorare per emanare norme che prevedano un obbligo collaterale delle compagnie di assicurarsi».
Gli avvocati sperano di veder riconosciuta l'importanza costituzionale del ruolo e restano in attesa della risposta scritta che il Consiglio dei ministri invierà la prossima settimana sulla loro richiesta di essere regolati da una legge. «Confidiamo in una risposta positiva – dice il presidente Guido Alpa – è la prima volta che un Governo contrasta l'orientamento del Parlamento determinato ad assegnare all'avvocatura una disciplina organica affidata a una legge e non a un regolamento. Non si può delegificare in materie in cui sono coinvolti diritti soggettivi fondamentali».
Avrebbe voluto una riforma più ampia il presidente dei geometri Franco Savoldi ma, per quello che manca, pensa al "fai da te". «Presenteremo una proposta di legge per superare il divieto di accorpare chi svolge professioni similari». Le professioni tecniche degli architetti e degli ingegneri stanno già lavorando all'attuazione della riforma sui vari fronti, e sono soddisfatte per un testo finale «che rimedia ai pasticci di qualche mese fa», chiosa Armando Zambrano. Lo stesso presidente del Cni segnala però ancora delle incongruenze da risolvere sui collegi disciplinari, come per esempio nei giudizi su laureati di primo livello (che dovrebbero essere valutati da ingegneri “pari grado”). Posizioni diverse sul tirocinio: «Nell'immediato non lo faremo», dice Zambrano. «Noi lo faremo – dice invece il presidente degli architetti, Leopoldo Freyrie – ma vogliamo aprire un tavolo con il ministro dell'Istruzione perché con un tirocinio di un anno dobbiamo alleggerire l'esame di Stato».
«Abbiamo lavorato in silenzio per ottenere modifiche – dice Enzo Iacopino, presidente dei giornalisti – e siamo felici e grati per aver contribuito a rimediare a molti errori. Quali? L'esclusione dell'assicurazione per i giornalisti, per esempio, sui cui non ci sono più dubbi, e le sorti dei disciplinari, dove però resta molto da fare. Ma non chiamiamola riforma, è un lifting». Per Andrea Bottaro (periti agrari) permangono incognite sulla durata del tirocinio, sulla formazione («troppo ingessata») e sui soci di capitale («il limite di un terzo è troppo alto»). Per gli psicologi (Giuseppe Luigi Palma) resta aperta la questione della Commissione centrale di disciplina, che manca da tre anni.
A bocca asciutta ma soddisfatti i presidenti dei tecnologi alimentari (Giancarlo Criscuoli) e degli assistenti sociali (Edda Samory). I primi avevano chiesto (invano) la possibilità di far iscrivere all'albo anche i laureati triennali, mentre i secondi volevano unificare le due sezioni dell'albo. Piace ai chimici l'abolizione dell'incompatibilità tra tirocinio e pubblico impiego: «Ci sembra una modifica importante», commenta il presidente Armando Zingales.
Dubbi sui procedimenti disciplinari dal presidente degli attuari: «La nuova soluzione – afferma Giampaolo Crenca – è migliore della precedente versione, ma appare a una prima lettura un po' macchinosa anche per la sua realizzazione pratica, che sarà il suo vero banco di prova».
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Andrea Sisti Presidente Agronomi e forestali LE VOCI DEI PRESIDENTI
«Sull'assicurazione bene la proroga, ma bisognerebbe introdurre l'obbligo anche per la compagnia e non solo per il professionista»

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