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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 13:54.

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Redditometro a staffetta. In pratica non sarà la base degli accertamenti, ma solo della selezione delle posizioni che l'amministrazione poi riterrà più o meno a rischio. All'accertamento penserà un secondo software ancora allo studio dell'amministrazione finanziaria, in fase di «avanzata elaborazione», che, però, sarà più simile all'attuale spesometro.

Come dire che occorre prudenza e il redditometro, come avvenne per gli studi di settore, ha bisogno di un lungo "apprendistato", fatto di correzioni e integrazioni, prima di essere uno strumento pienamente affidabile in sé e quindi per ora verrà utilizzato come strumento di selezione.

Prima di arrivare all'accertamento c'è da fare però un lungo cammino, il cui snodo fondamentale è rappresentato da un questionario che servirà ad avviare il confronto tra "selezionato" e fisco. I vertici dell'agenzia delle Entrate, a partire dal direttore Attilio Befera, hanno chiarito più volte che il nuovo strumento avrà la funzione – visto dal lato dell'amministrazione finanziaria – soprattutto di selezionare le posizioni da sottoporre a controllo passando, prima di arrivare all'accertamento, per una fase intermedia, come sottolineato anche dal direttore Accertamento, Luigi Magistro: quella, appunto, del questionario.

La selezione avviene attraverso (attualmente) circa 100 voci di spesa organizzate in sette categorie (si veda la grafica in questa pagina). Tra le voci si segnalano (rispetto a quelle già note) anche l'acquisto di elettrodomestici (dato che arriverà attraverso lo spesometro), gli abbonamenti alla pay-tv, il gioco online e i preziosi. Per l'attribuzione al contribuente del reddito "presumibile", le spese vengono "pesate" a seconda della tipologia di famiglia (11 secondo i canoni Istat), articolate in 5 aree territorial. La grande scommessa del redditometro, in combinata con lo spesometro, sarà quella di mappare nel dettaglio anche i patrimoni, sia immobiliari sia mobiliari (obbligazioni, conferimenti, derivati, titoli di stato eccetera).

In pratica, una volta selezionate le posizioni a rischio di "media" pericolosità, gli uffici fiscali avvieranno il contraddittorio con i contribuenti, in prima battuta: con una forma snella piuttosto che con un vero e proprio invito a presentarsi all'ufficio a dare spiegazioni. Non solo sul dichiarato. A loro sarà anche chiesto di fornire tutta una serie di informazioni che al momento non sono in possesso del fisco. Si tratta soprattutto dei dati sulla ricchezza mobiliare non registrata e quindi di quelli relativi al risparmio che il fisco non possiede. «Piuttosto che chiedere queste informazioni a tutti i contribuenti attraverso le dichiarazioni dei redditi, è molto più semplice chiederle a coloro che evidenziano qualche anomalia», afferma Magistro. «Questi ultimi, poi, potranno spiegare la propria posizione».

A questa situazione si arriva attraverso la selezione delle posizioni di rischio. Tre le macrocategorie individuate a questo scopo. Innanzitutto ci sono i soggetti che presentano profili di rischio molto alto, caratterizzati cioè da uno scostamento molto elevato tra spese attribuibili e redditi dichiarati oltre che dall'attivazione rispetto ad alcuni indicatori specifici. In questo caso l'Agenzia attiverà dei controlli ordinari approfonditi, con i mezzi di accertamento ordinari.

Fuori dalla «fascia redditometro», oltre a questi soggetti, anche quelli che presentano scarti molto bassi, per i quali non viene attivata nessuna selezione. C'è poi la fascia intermedia, con rischio medio, con scostamenti elevati (anche qui con il supporto di indicatori specifici di conferma). Saranno questi i soggetti che potranno essere selezionati ai fini del redditometro e che potranno essere toccati dall'accertamento di natura presuntiva. Che però non sarà il redditometro, come detto, ma un nuovo strumento fortemente incentrato sulle spese sostenute e con in più una "quota" presuntiva, legata alle spese ordinarie di sostentamento della famiglia.

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