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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2013 alle ore 08:06.

La chimica farmceutica a stelle e strisce ricorre al transfer pricing
Nel bel mezzo dell'agropontina è spuntata nel 2012 una stabile organizzazione a stelle e strisce. La multinazionale statutinense della chimica farmaceutica è emersa dopo che la Guradia di Finanza di Latina ha sotoposto a verifica tre società locali appartenete alla stessa multinazionale. L'attività ispettiva ha permesso di rilevare la presenza sul territorio nazionale di una stabile organizzazione non dichiarata del gruppo straniero e di constatare che una società italiana aveva trasferito alle consociate irlandesi ricavi conseguiti attraverso la commercializzazione di specialità medicinali per effetto di una elusiva politica di transfer pricing. Complessivamente sono stati scoperti ricavi non dichiarati dalla stabile organizzazione che opera in Italia per oltre 3,7 miliardi di euro, mentre i rilievi in tema di transfer pricing hanno portato, per effetto dell'adesione del contribuente, al versamento di circa 18 milioni di euro nelle casse dell'Erario.

L'evergreen delle holding lussemburghesi
No cìè evasione internazionale se non compare almeno una holding lussemburghese. A Lucca le Fiamme Gialle ne hanno individuate anche più di una che con tanto di residenza fiscale formalmente all'estero erano di fatto gestite dall'Italia. Le indagini sono salpate, è il caso didirlo, da una società che opera nella costruzione di imbarcazioni di lusso (velieri considerati di eccellenza a livello mondiale), per poi estendersi alle altre società, tutte dello gruppo, attive in numerosi settori (nautico, cartario, biomedicale, immobiliare e meccanico). Ciascun settore operativo, però, risultava far capo ad una holding lussemburghese e tutte le holding venivano gestite dalla stessa società fiduciaria, anch'essa con sede dichiarata in Lussemburgo. Le investigazioni, eseguite anche grazie a intercettazioni telefoniche e telematiche, si sono estese inevitabilemnte in territorio lussemburghese, dove sono state eseguite con tanto di rogatoria internazionale e la collaborazione della polizia giudiziaria del Granducato, perquisizioni locali presso la sede delle società. Dopo 15 verifiche fiscali cono emersi a tassazione in Italia redditi non dichiarati per circa 112 milioni di euro. Sono stati denunciati 10 soggetti per reati fiscali, di cui 8 domiciliati fiscalmente in Lussemburgo, e sequestrate quote societarie nella disponibilità del "dominus" del gruppo, per circa 26 milioni di euro;

Il Titano e l'esterovestizione
Ben 3.600 lavoratori interinali impiegati in centri commerciali e nella grande distribuzione in tutta Italia. Sono quelli avviati al lavoro flessibile e retribuiti da una società costituita a San Marino ma con il solo fine di evadere imposte e contributi. E' quanto emerso nell'operazione Promoteam della Gdf di Ancona che ha portato alla luce una complessa e articola macchina dell'evasione. Le indagini, svolte con la piena collaborazione delle autorità sammarinesi, hanno consentito alle Fiamme Gialle di accertare l'esterovestizione della società del Tiatano, che in realtà veniva gestita e diretta dall'Italia. Dall'operazione sono emersi 3.690 lavoratori irregolari con relativa frode contributiva per circa 4 milioni di euro, redditi non dichiarati per complessivi 41 milioni di euro, costi indeducibili per 32 milioni di Euro ed Iva evasa per circa 15 milioni di euro, nonché la denuncia penale dei tre imprenditori ideatori della macchina dell'evasione.

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