Fondi pensione, bene i rendimenti ma un quinto degli iscritti non versa i contributi

A differenza di quanto molti ritengono, i fondi pensione italiani costano complessivamente poco e sostanzialmente stabili nel tempo. L'indicatore sintetico di costo utilizzato da Covip per il loro monitoraggio vede i fondi italiani presentare oneri di gran lunga inferiori a quelli offerti da altri paesi, come il Regno Unito, dove l'analogo indice è di gran lunga superiore al punto percentuale di media anche a breve termine.

Ancor più rilevante il confronto con strumenti come i fondi comuni o Sicav i cui comparti azionari presentano commissioni alcuend ecine di volte superiore rispetto agli analogi strumenti (per rischio/rendimento) della previdenza complementare. Val la pena di sottolineare la differenza tra le forme previdenziali no profit, come i negoziali, e quelli individuali: veicolati da professionisti, questi strumenti hanno commissioni maggiori che vengono girati dalla banca o dall'assicurazione emittente al collocatore, per remunerare la consulenza fornita alla clientela.

Spetterà proprio a quest'ultimo verificare se si tratta di consulenza vera oppure no. Da sottolineare quanto calcolato da Covip qualche anno fa: a parità di rendimenti un punto percentuale di costi aggiuntivo produce una riduzione delle rendite pari al 20% nell'arco di 35 anni. Il che significa che due ipotetici "gemelli" incasserebbero pensioni di scorta anche sensibilmente differenti (vedi tabella), a partità di contribuzione, durata di adesione e rendimenti.