Fondi pensione, bene i rendimenti ma un quinto degli iscritti non versa i contributi

Le performance di portafoglio non esauriscono il ruolo degli strumenti di previdenza complementare: adlle anticipazioni alla copertura sui rischi di non autosufficienza (long term care) un fondo pensione accompagna i lavoratori nel corso dell'intero destino previdenziale. Ciononostante è affidato proprio ai rendimenti il ruolo di rivalutare i contributi dei lavoratori, fondamentale per assicurare un futuro più sereno ai pensionati di domani.

La tabella qui pubblicata fotografa i rendimenti ottenuti anno per anno dai differenti strumenti di secondo pilastro. Si tratta di un'analisi "time weighted" che tiene conto cioè della rivalutazione dei valori quota in una dinamica temporale; differente è quella "money weighterd" che tiene conto cioè del risultato sul conto previdenziale del combinato contributi+rivalutazione degli stessi. In questo secondo caso risulta ancora più vantaggiosa l'adesione ai fondi pensione nei confronti del conferimento del Tfr allo Stato o in azienda (per le società con meno di 50 dipendenti): grazie al contributo datoriale, oltre che al beneficio fiscale, chi ha aderito a uno strumento di previdenza complementare ha visto rivalutarsi i proprio contributi più dell'ipotetico gemello che non avesse optato per i fondi pensione. Anche dal 2007, anno di inizio della crisi finanziaria, fino ad oggi.

Da segnalare che ciascuno strumento offre agli aderenti più linee di investimento, differenti per gradazione di rischio, oltre a una linea a rendimento garantito presente obbligatoriamente in ciascun fondo pensione.