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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2013 alle ore 16:18.

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Zanonato: le deroghe al patto valgono 16 miliardi. «Allo studio l'addio al Sistri per i rifiuti non pericolosi»

Sedici miliardi: otto di denaro italiano ai quali si aggiungono altrettanti fondi strutturali europei. Sono queste, secondo le stime del ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, le risorse che avremo a disposizione a partire dal 2014 grazie alle deroghe al patto di stabilità che ci sono state concesse da Bruxelles.

Il ministro ha reso noti questi numeri durante il Congresso degli ingegneri in corso di svolgimento a Brescia. Il suo ragionamento parte dai fattori positivi che l'Italia può vantare in questa fase: «Il primo è che abbiamo un avanzo primario. Il gettito fiscale è superiore alla spesa dello Stato. Poi, abbiamo un'esportazione che supera le importazioni: il paese produce più di quanto consuma. Infine, siamo rientrati dalla procedura di infrazione per eccesso di deficit anche se abbiamo ancora il vincolo del tre per cento».

Proprio la chiusura della procedura di infrazione rappresenta un passaggio decisivo per il paese. «Con le possibilità che ci arrivano dalla chiusura della procedura di infrazione della Commissione europea l'anno prossimo potremmo investire attorno ai 16 miliardi di euro. 7,5/8 saranno soldi italiani, a questi si aggiungono i fondi strutturali europei». Sono investimenti "in deroga" che saranno contrattati con l'Ue già a partire da ottobre, con la prossima legge di stabilità e che serviranno soprattutto per infrastrutture strategiche e reti intelligenti. Queste deroghe, per Zanonato, sono vitali per l'Italia. «Noi critichiamo la politica europea, riteniamo che gli investimenti debbano essere più elastici. Per questo siamo tra i paesi che si battono in Europa per avere una maggiore elasticità negli investimenti: bisogna tirarli fuori almeno parzialmente dal patto di stabilità».

Nonostante i vincoli esistenti, però, l'esecutivo è stato in grado di prendere alcune iniziative. Tra queste il ministro cita le questioni legate al lavoro, il dimezzamento degli interessi per gli acquisti di beni strumentali ma, soprattutto, il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. «Cercheremo di pagare tutti i debiti della pubblica amministrazione entro il 2014 e di immettere nel sistema altri 20 miliardi entro i prossimi sei mesi». Ma non è tutto. In materia di Imu spiega: «Io mi batto perché sia tolta non solo dalla prima casa ma anche da tutti i beni strumentali delle aziende, perché è giusto applicare una tassa, ma sulla produzione e non sul mezzo di produzione». E annuncia che «stiamo studiando l'eliminazione del Sistri per i rifiuti che non sono pericolosi; la porteremo a casa presto. In questo caso l'Italia ha scelto di adottare norme più gravose rispetto ai vincoli europei, in maniera illogica».

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