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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2013 alle ore 07:17.

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Niente da fare. Equitalia non se lo può permettere e quindi l'aggio della riscossione non può scendere. Tradotto dal burocratese i contribuenti continueranno a pagare l'8% sulle cartelle con cui Equitalia recupera i crediti dell'agenzia delle Entrate e di altre amministrazione pubbliche. A questo punto sarà la Corte costituzionale a doversi pronunciare sulla legittimità dell'attuale sistema di remunerazione dei concessionari della riscossione, visto che già i giudici tributari di Roma, Latina e Torino hanno sollevato dubbi di costituzionalità.

Lo stop
Il ministero dell'Economia, tramite il sottosegretario Alberto Giorgetti, ha chiarito nel question time di mercoledì in commissione Finanze all'interrogazione del leghista Filippo Busin che l'aggio della riscossione non può scendere ulteriormente rispetto alla quota dell'8% che è stata già ridotta a partire dal 1° gennaio scorso. Ma che cos'è l'aggio? È il corrispettivo che Equitalia e gli altri agenti della riscossione incassano per la loro attività svolta: il recuperare i crediti dietro il mandato che gli è stato affidato dal Fisco o da altre amministrazioni pubbliche. E chi lo paga? Se il pagamento della cartella avviene entro 60 giorni dalla consegna (la notifica in gergo tecnico), l'aggio è in parte a carico del contribuente (il 4,08%) e per la restante parte è a carico dell'ente creditore. Se invece il pagamento avviene oltre i 60 giorni, l'aggio è totalmente a carico del contribuente.
Peccato, però, che tutto il sistema della remunerazione della riscossione doveva essere riformato entro il 30 settembre scorso. Una data addirittura anticipata dal decreto del fare (Dl 69/2013) rispetto alla scadenza precedentemente prevista che doveva essere il 31 dicembre 2013. Un'operazione che doveva portare nelle intenzioni di Governo e Parlamento a una riduzione dei costi a carico del contribuente, per il quale l'aggio si va ad aggiungere a sanzioni e interessi che fanno lievitare il conto finale rispetto alla contestazione iniziale di imposte o multe non pagate.

Impossibile tagliare ancora i costi
La norma, o meglio le norme, prevedevano comunque che a Equitalia dovesse essere assicurato il rimborso dei costi fissi di gestione che risultano dal bilancio certificato. E proprio questo è lo scoglio da superare. A leggere la risposta del ministero, emerge come il concessionario della riscossione non sarebbe in grado di contenere ulteriormente i costi rispetto a quanto già effettuato per allinearsi alla spending review. Del resto la riduzione di un punto percentuale dell'aggio scattata lo scorso 1° gennaio (fino al 31 dicembre 2012, infatti, era al 9%) ha già causato una contrazione dei ricavi di 50 milioni di euro. Anche in considerazione della situazione congiunturale, dunque, «Equitalia non sarebbe in condizione di procedere a un efficientamento della riscossione dei tributi – si legge nella risposta - né di conseguire risparmi di gestione tali da poter consentire un'ulteriore riduzione dell'aggio». A supporto di questa valutazione, il Mef fa presente che dal bilancio 2012 emerge già uno squilibrio tra costi fissi e ricavi da aggio: con i primi che si attestano a 733,3 milioni e i secondi a 594 milioni.

Nessuno sconto ulteriore, in sostanza, perché «non si può prescindere dalla necessità di assicurare in maniera adeguata il presidio della funzione di deterrenza». L'ultima speranza per i contribuenti è, quindi, che la Corte costituzionale quando deciderà sulle questioni già sollevate possa decretare l'illegittimità dell'attuale sistema di remunerazione.

Tares anche con l'F24 ma no ai rimborsi Iva
Non solo riscossione. Doppia risposta del ministero anche per la Tares. Per il presente la risposta è positiva almeno sotto il profilo della semplificazione del versamento perché si potrà saldare il conto anche con il modello F24. La risposta per il passato, invece, è negativa perché nel triangolo, Tarsu, Tia, Tares non c'è spazio per il rimborso dell'eventuale Iva pagata.

Di particolare rilievo è la risposta all'interrogazione di Marco Causi e Lorenzo Guerini del Pd. La tassa sui rifiuti e la maggiorazione di 30 centesimi al metro quadrato, istituita da quest'anno con l'introduzione della Tares, potranno essere pagati utilizzando il modello F24. Il dipartimento delle Finanze ha concordato con l'agenzia delle Entrate di fornire tempestivamente alle Direzioni regionali indicazioni in tal senso, impegnandosi a favorirne adeguata divulgazione, in modo che i contribuenti sappiano di poter usufruire di questa semplificazione. Pertanto, ferma restando la possibilità di effettuare i versamenti tramite bollettino di conto corrente postale, il pagamento potrà essere effettuato anche tramite un unico modello F24, indicando i codici tributo per la tassa e per la quota di maggiorazione.

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