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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2014 alle ore 16:51.
L'ultima modifica è del 04 febbraio 2014 alle ore 17:39.

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Francesco Greco (Fotogramma)Francesco Greco (Fotogramma)

LUGANO - «Il reato di autoriciclaggio sparito dal Dl sulla voluntary? Non posso che prenderne atto ma mi auguro che vengano mantenute le promesse di inserirlo nel prossimo Dl sicurezza. Altrimenti.. mi irrito». Il procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, risponde così al Sole 24 ore a margine del convegno sulla voluntary disclosure in corso a Lugano.

«L'approccio della Commissione da me presieduta sull'autoriciclaggio è stato soft, considerato che abbiamo espunto l'autoreimpiego del denaro ottenuto da evasione fiscale, una fattispecie che avrebbe avuto effetti deflagranti sul sistema del 'nero' di imprese e professionisti».

A proposito di reati fiscali, Greco ha ricordato alla platea di intermediari e bancari ticinesi che problemi enormi arriveranno con l'applicazione del dlgs 2l31/2001 sulla responsabilità penale degli enti e delle società; «tenete presente che in questi casi rischierà anche l'intermediario 'agevolatore' e pure la società per cui egli lavora, sia una banca o una fiduciaria».

Quanto alla Svizzera, «non condivido l'atteggiamento di vittima sacrificale assunto di fronte alla voluntary disclosure per il rientro dei capitali in Italia. Bisogna prendere atto che un certo mondo, quello dell'anonimato e del segreto bancario è finito per sempre. Ed è sbagliato anche ragionare nel senso " noi ci adegueremo, ma prima lo facciano gli altri"».

Greco lo ha detto in un duro intervento di fronte a più di 400 intermediari, bancari e professionisti nel corso dell'organizzato dal Centro di Studi Bancari dell'associazione bancaria ticinese. «Io apprezzo la Svizzera, la serietà delle sue istituzioni che ho difeso anche in sede Ocse - ha aggiunto Greco - ma dovete prendere atto che ormai la crisi del debito pubblico mette a rischio la stessa tenuta sociale dei paesi vittima di colossale evasione fiscale».

«Piuttosto pensate - ha aggiunto il procuratore - che la concorrenza tra piazze finanziarie si fa con la vendita di prodotti migliori e non invece con la vendita di prodotti illeciti».

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