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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2014 alle ore 10:17.
L'ultima modifica è del 28 marzo 2014 alle ore 16:05.

Il Tribunale Ue ha confermato che il contributo finanziario fornito dal Fondo europeo di sviluppo regionale alla regione italiana Puglia dev'essere ridotto di quasi 80 milioni di euro
Le gravi carenze di cui le autorità italiane hanno dato prova nella gestione e nel controllo dell'utilizzo dei fondi dell'Unione sono tali da condurre a irregolarità sistemiche.
Al fine di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale e di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo di varie regioni nonché il ritardo delle regioni meno favorite, l'Unione europea svolge un'azione attraverso fondi strutturali , quali in particolare il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr).
Nel 1999 l'Italia ha presentato alla Commissione un progetto di programma operativo per la Regione Puglia («Por Puglia»). Nel 2000 la Commissione ha approvato tale progetto e ha stanziato a favore delle autorità italiane 1,72 miliardi di euro a titolo del Fesr. A tal fine, la Commissione ha effettuato pagamenti preliminari e intermedi per un importo totale di 1,23 miliardi di euro.
Nel 2007 la Commissione ha effettuato un audit dei sistemi di gestione e di controllo istituiti dalle autorità italiane e ha concluso che le medesime non avevano stabilito un sistema che garantisse una buona gestione finanziaria dei fondi. Un nuovo audit, effettuato nel 2007 sul piano d'azione adottato dalle autorità italiane per porre rimedio alle carenze constatate nel corso del precedente audit, ha dimostrato che l'Italia non si era conformata agli obblighi cui è tenuta. La Commissione ha quindi sospeso i pagamenti intermedi del Fesr e ha fissato per l'Italia un termine per effettuare i controlli ed apportare le rettifiche necessarie.
Nel 2009 un terzo audit ha rivelato che i requisiti indicati nella decisione di sospensione non erano stati rispettati entro i termini impartiti. Sono state constatate diverse irregolarità nei controlli di primo e di secondo livello nonché nel funzionamento dell'autorità di pagamento. La Commissione ha concluso che non sussistevano ragionevoli garanzie che il sistema di gestione e di controllo del Por Puglia funzionasse efficacemente.
Con decisione del 22 dicembre 2009 la Commissione ha ridotto il contributo finanziario assegnato all'Italia, applicando una rettifica finanziaria del 10% sulle spese certificate, vale a dire una riduzione pari a 127,17 milioni di euro. Tenuto conto dell'incidenza sulla partecipazione del Fesr della rettifica già apportata dalle autorità italiane, la Commissione ha ridotto il contributo finanziario di un importo pari a 79,33 milioni di euro.
L'Italia ha presentato un ricorso dinanzi al Tribunale dell'Unione europea contro tale decisione della Commissione, al fine di ottenerne l'annullamento.
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