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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2014 alle ore 16:52.
L'ultima modifica è del 28 maggio 2014 alle ore 21:09.

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No a un regime fiscale speciale per le società che si occupano del web. Così concludono gli esperti della Commissione europea che hanno redatto il rapporto sulla tassazione dell'economia digitale. Secondo il gruppo di esperti guidato da Vitor Gaspar, ex ministro delle finanze portoghese, bisognerebbe invece applicare o adattare le regole generali in modo che le società che si occupano del web vengano trattate come le altre aziende.

Sul tema, che pone sfide di non poco conto visto il grado di elusione comune peraltro anche a multinazionali non digitali, l'Ocse ha avviato il programma Base Erosion and Profit Shifting (Beps) che dovrebbe portare a nuovi accordi entro il 2015. Per comprendere l'entità del fenomeno si veda la tabella e si pensi che la corporate tax media globale è pari al 24% (fonte Kpmg).

Il parere dei tecnici
«L'economia diventa digitale, la digitalizzazione di prodotti e servizi accorcia le distanze, aumenta la mobilità, offre opportunità per innovazione e investimenti e lavoro e quindi è una grande opportunità per l'Europa che può rafforzare crescita e occupazione se realizza un mercato unico del digitale», si legge nel rapporto della Commissione. Secondo gli esperti, incaricati di elaborare proposte sulla tassazione delle società digitali, «la tecnologia è anche un mezzo per contrastare l'evasione fiscale e abbassare i costi amministrativi».

L'Iva
Un capitolo importante riguarda l'Iva: gli esperti della Commissione Ue si dicono d'accordo con il principio di "destinazione", che secondo loro dovrebbe applicarsi a tutti i beni e servizi. «Non possiamo ignorare la sfida di tassare in modo equo prodotti ed aziende digitali, ma dobbiamo farlo in un modo che continui ad incentivare l'innovazione. Dobbiamo evitare regimi punitivi e assicurare uguale trattamento di prodotti e servizi» ha detto il commissario all'agenda digitale Neelie Kroes, mentre il suo collega al fisco Algirdas Semeta si è detto d'accordo con la necessità di smantellare i sistemi dannosi per l'economia e ha chiesto agli Stati di dimostrare solidarietà l'uno con l'altro anche nella tassazione, per evitare regimi complessi.

Semplificazioni
Nel rapporto emerge la necessità di basare la tassazione internazionale su sistemi «semplici, stabili e neutrali». Per questo, secondo gli esperti, gli incentivi vanno usati con cautela e «ogni deviazione dalla neutralità e semplicità deve essere giustificato da problemi sul mercato». Semplificazione è quindi la parola d'ordine per la Ue: «Le barriere per le Pmi che operano nel mercato unico dovrebbero essere rimosse – suggeriscono i tecnici - e gli incentivi fiscali e al credito dovrebbero essere usati con cautela».

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