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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2014 alle ore 10:11.
L'ultima modifica è del 30 maggio 2014 alle ore 13:29.

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(Afp)(Afp)

Google apre all'Europa sul diritto all'oblio. Il colosso di internet lancia un servizio attraverso il quale i cittadini europei possono richiedere la rimozione di link dai risultati di ricerca. L'azienda rende disponibile un formulario da compilare online attraverso il quale inoltrare la richiesta. «Esamineremo ogni richiesta cercando di bilanciare il diritto alla privacy con quello all'informazione», dice un dirigente Google. Dalla sentenza della Corte Ue del 13 maggio a oggi a Google "mondo" sono arrivate diverse migliaia di richieste della cui complessità - tra richieste banali, ordinarie e complesse - ancora non esistono statistiche. Certo è che il difficile sarà mixare l'interesse del richiedente con quello del diritto alla conoscenza della notizia di interesse pubblico, «ad esempio se riguardanti frodi finanziarie, negligenza professionale, condanne penali o la condotta pubblica di funzionari statali».

Questa la dichiarazione rilasciata da un portavoce di Google: «Per ottemperare alla recente decisione della Corte europea, abbiamo reso disponibile un modulo web attraverso cui gli Europei possono chiedere la rimozione di risultati dal nostro motore di ricerca. La sentenza della Corte richiede a Google di prendere decisioni difficili in merito al diritto di un individuo all'oblio e al diritto del pubblico di accedere all'informazione. Stiamo creando un comitato consultivo di esperti che analizzi attentamente questi temi. Inoltre, nell'implementare questa decisione coopereremo con i Garanti della privacy e altre autorità».

Questi invece i primi nomi di alcuni dei membri del comitato di esperti che Google ha costituito:
1) Frank La Rue (UN Special Rapporteur on the Promotion and Protection of the Right to Freedom of Opinion and Expression)
2) Peggy Valcke, professore di legge all'università di Lovanio;
3) Jose Luis Piñar , acacdemico all'università Ceu San Paolo di Madrid;
4) Jimmy Wales, co-fondatore di Wikipedia;
5) Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell'informazione all'università di Oxford. Si è laureato all'università La Sapienza di Roma. Questa la sua dichiarazione a caldo: «Sono felice di far parte del comitato consultivo internazionale istituito da Google per valutare le sfide etiche e giuridiche poste da Internet. Si tratta di un'iniziativa interessante, che probabilmente richiederà qualche pensiero duro e piuttosto filosofico».

Larry Page su Ft
La sentenza sul «diritto all'oblio» contro Google in Europa rischia di danneggiare la prossima generazione di start-up su internet e rafforzare i governi repressivi intenzionati a limitare le comunicazioni online. È l'allarme lanciato dall'amministratore e co-fondatore del motore di ricerca, Larry Page, intervistato dal Financial Times. Le dichiarazioni arrivano dopo che Google si è uniformata alla decisione presa il 13 maggio scorso dalla Corte di Giustizia europea, varando un meccanismo che potrebbe portare all'eliminazione dal motore di ricerca di grosse quantità di informazioni private.

Questi altri passaggi interessanti dell'intervista:

«Penso che sia una questione di cosa valorizzare, ma non c'è un modo per farlo perfetto. Ci sarà sempre qualche danno. Non si può avere la perfezione del diritto in tutto ciò... Vorrei che fossimo stati più coinvolti in un vero e proprio dibattito in Europa. Ma c'è una cosa che abbiamo appreso da tutto ciò, che stiamo iniziando ora un processo di dialogo e di condivisione con la vita della gente».

Le dichiarazioni di Page determinato un significativo cambio di atteggiamento per una società che in precedenza aveva assunto una posizione forte sui suoi principi di piena trasparenza sull'informazione, portando avanti una serie di battaglie legali nei tribunali europei su questioni di privacy e copyright.

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