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L'Inter vince la Champions con due gol di Milito

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2010 alle ore 23:49.

L'appuntamento con la storia è finalmente raggiunto. La lunga marcia trionfale verso il sogno europeo, verso il primato assoluto nel calcio dei Campioni, è compiuta. L'Inter agguanta la Champions League battendo 2-0, e con pieno merito, i tedeschi del Bayern Monaco, spezzando un digiuno lungo ben 45 anni. I 20 mila interisti giunti allo stadio dall'Italia e, ovviamente l'intero popolo nerazzurro, possono finalmente festeggiare, gridare, impazzire di gioia, da stasera e per tutta la notte. L'Inter di José Mourinho entra nella storia nerazzurra, conquistando la tripletta mai riuscita ad alcuna squadra italiana (scudetto-Coppa-Italia-Champions League) e una nuova generazione di giocatori si affianca ora alla squadra leggendaria del mago Helenio Herrera e di Angelo Moratti. Contemporaneamente è anche il trionfo personale del nocchiero speciale di questa squadra, the Special One Mourinho, che in due anni è riuscito a raggiungere l'obiettivo da sempre desiderato e sognato dalla società, consacrandosi definitivamente come uno dei più grandi tecnici europei, unico assieme a Hitzfeld ad avere vinto la Champions con due squadre diverse.

E questa è anche la serata di Massimo Moratti, che vede premiata la passione, la costanza, gli enormi investimenti compiuti nella squadra in quiesti anni. Ed è infine la serata di Diego Milito, il Principe argentino man of the match, che sconcerta ogni difesa con la sua freddezza davanti alla porta, la sua rapidità negli inserimenti, la sua tecnica implacabile.
L'Inter prevale meritatamente su un Bayern che non è mai apparso realmente in grado di trascinare la gara dalla sua parte, povero di idee e di soluzioni con le punte Olic e Muller appannate. Gli unici problemi ai nerazzurri, a Chivu in particolare, li ha causati Robben, il giocatore più talentuoso dei bavaresi.

La partita
Il colpo d'occhio è eccezionale in uno stadio che toglie il fiato per la bellezza e che, per una volta, non è colorato di bianco-Real ma di bianco-rosso Bayern da una parte e di nero-azzurro Inter dall'altra. Oltre 40mila i tifosi venuti dall'Italia e dalla Germania, più altrettanti appassionati spagnoli. La sfida va in scena anche in curva, attraverso gli striscioni e i cori, con i tedeschi a martellare un sottofondo di incitamento continuo, mentre i supporters nerazzurri vincono nelle coreografie.

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La festa dell'Inter

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Mourinho va sul sicuro e non cambia nulla nella formazione attesa alla vigilia. Il modulo è il classico 4-2-3-1, con Maicon e Chivu esterni, Lucio e Samuel centrali di difesa, la coppia argentina Cambiasso-Zanetti a far da diga a centrocampo e rilanciare il gioco, la fase d'attacco affidata a Diego Milito, appoggiato da Eto'o e Pandev, oltre a Sneijder a ispirare le soluzioni offensive con la sua velocità e imprevedibilità. Tutto confermato anche nel Bayern, che conta su un attacco da 116 gol in questa stagione, composto dal croato Olic e dal giovane talento Muller, mentre attesissima è anche la stella olandese Arjen Robben, uno dei grandi protagonisti della marcia trionfale dei bavaresi fino al Bernabeu.

Ed è proprio Robben l'anima delle azioni offensive dei biancorossi: l'olandese è sempre presente quando si tratta di crossare con ambo i piedi, di svariare dalla fascia verso il centro, di cercare gli inserimenti e di mettere pressione a Chivu, costretto anche al fallo da ammonizione su un'accelerazione dell'olandese.

Le prime fasi della gara – arbitrata dall'inglese Webb - sono abbastanza equilibrate, con tentativi di entrambe le squadre. Al 17' una sventola di Sneijder su punizione, leggermente deviata da Altintop, costringe il portiere tedesco Butt alla parata in tuffo. Nei minuti successivi il gioco rallenta un po', il Bayern gestisce il pallone senza entusiasmo. Ma l'Inter prepara il colpaccio, preceduto da un'altra punizione di Sneijder. L'azione del gol è semplice e perfetta: rinvio di Julio Caesar oltre la metà campo, Milito appoggia di testa per Sneijder che restituisce palla in profondità all'argentino, che tira a rete sbilanciando Butt con una finta. Il Bernabeu esplode per il tifo interista. L'Inter prosegue ad attaccare ancora con Sneijder, che trova un altro varco ma batte centralmente. Le squadre vanno negli spogliatoi sull'1-0.

Alla ripresa delle ostilità subito due azioni di parte avversa: prima Muller impegna Cesar che repinge con i piedi, poi un pallonetto di Pandev viene deviato sopra la traversa da Butt. Al 62' Van Gaal sostituisce Altintop e gioca la carta offensiva di Klose. Robben si dà da fare e al 65' pennella un tiro verso l'incrocio dei pali, ma Cesar continua a fare buona guardia. Mourinho cambia Chivu con Stankovic, ma l'Inter non lascia scoperta la guardia e con prudenza aspetta l'avversario per poi attaccarlo in ripartenza e velocità. Proprio così si consuma il gol del raddoppio nerazzurro a firma sempre di Milito: l'assist di Eto'o mette la palla sui piedi dell'argentino, che sbilancia Van Buyten con una finta e segna la rete della vittoria decisiva.

Il risultato è ormai in cassaforte. Le ultime fasi di gioco passano senza che al Bayern vengano nuove idee. Robben è l'unico che tenta di alleviare con l'impegno la sconfitta, mentrela festa dell'Inter, dei tifosi, del presidente Moratti può cominciare sulle note dell'inno della Champions e di quello nerazzurro "Pazza Inter amala". Ringrazia anche il calcio italiano, non solo perché una italiana torna sul tetto d'Europa dopo il Milan nel 2007, ma perché anche il prossimo anno i quattro posti in Champions per la serie A sono salvi e la Bundesliga è tenuta a distanza. E Mourinho? Felice come sa esserlo lui, gentiluomo con tutti, pronto salutare e ringraziare anche i giocatori del Bayern dopo aver fatto festa con i suoi. Eppure lo Special One è sempre un attimo avanti a tutti. Per lui la vera festa coincide con la prossima partita, la prossima vittoria ovunque sia. Da domani il futuro, ha detto. Per ora i tifosi non possono che dirgli ancora grazie, mister Mou. E poi si vedrà.

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