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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 14:42.
L'età pensionabile per le donne del settore pubblico in Italia deve essere portata a 65 anni entro il 2012. È quanto la vicepresidente della commissione Ue, Viviane Reding, ha detto al ministro del lavoro Maurizio Sacconi, durante il faccia a faccia (durato poco meno di due ore) a Lussemburgo. «Il cambiamento nella legislazione italiana - ha spiegato il portavoce della commssaria Ue - potrebbe essere combinato con le misure di consolidamento di bilancio».
Transizione breve. «La commissaria Reding - ha spiegato il suo portavoce - nel corso dell'incontro ha insistito su un periodo di transizione molto breve, con la nuova legge che dovrà essere applicata entro il 2012. La commissaria - ha proseguito il portavoce - comprende che l'Italia ha delle difficoltà, ma deve rispettare la sentenza della Corte europea di giustizia. E tutti gli Stati membri devono essere trattati in maniera uguale».
Le norme messe a punto dal governo italiano e rigettate dalla Commissione europea prevedevano di portare l'età pensionabile delle dipendenti pubbliche da 60 a 65 anni entro il 2018. In questi ultimi giorni si stava lavorando ad un compromesso che riduceva il periodo di transizione portandolo al 2015.
«Sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego», ha detto al termine Sacconi, non c'è alcuno spazio di trattativa» con la Commissione europea. A questo punto, ha aggiunto il ministro, «decideremo giovedì in Consiglio dei ministri cosa fare». Probabile che l'innalzamento dell'età pensionabile dal primo gennaio 2012, così come chiede la commissione Ue, entri nella manovra economica: «È questo il veicolo che attualmente abbiamo a disposizione», ha concluso Sacconi