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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 16:44.
Dopo Obama anche Twitter si scaglia contro British Petroleum, la multinanzionale britannica che sta disperatamente cercando di porre una falla nel Golfo del Messico dopo un'esplosione, il 20 aprile, di una piattaforma petrolifera che sta mettendo a rischio l'ecosistema delle coste della Louisiana e dell'Alabama.
Se il presidente americano è, infatti, tornato oggi duramente sull'argomento sottolineando che vuole sapere «quale sedere deve prendere a calci in...» per la fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, anche il popolo dei social network è sceso in campo contro la compagnia britannica. La strategia scelta, però, è opposta ed è quella della satira.
Sul popolare social network – che consente agli utenti di inserire minipost da 140 caratteri – impazza il profilo Bp Public Relations (@bpglobalpr), creato ad arte con l'obiettivo di fare dell'ironia sui tentativi della società di chiudere la falla e limitare i danni causati dalla perdita di oro nero. «In onore della Giornata mondiale degli oceani (che si celebra oggi, ndr) abbiamo organizzato per questo pomeriggio la proiezione Profondo mare blu. Così recita l'ultimo messaggio inserito sull'account. Oppure, scorrendo la lunghissima lista, si legge "Il denaro non può comprare la felicità. Ma Tony Hayward (l'amministratore delegato di Bp, ndr) ha comprato uno yacht gigante che lui chiama felicità».
I fan si moltiplicano a macchia d'olio. Attualmente sono 139mila (4mila in più rispetto a ieri). E sono certo molti di più dei 12.100 utenti che seguono l'account ufficiale su Twitter di British Petroleum, Bp_America, che l'azienda inglese ha creato il 13 aprile per pubblicizzare il suo brand e che oggi utilizza per aggiornare gli internauti sugli sforzi quotidiani compiuti per arginare la falla e per provare a recuperare una credibilità che, al momento, è ai minimi storici. Gli stessi minimi su cui viaggia il titolo sul mercato londinese che ha bruciato il 35% della capitalizzazione dal 20 aprile e che oggi ha archiviato un nuovo tonfo del 5 per cento.
Identità degli utenti. Il caso del finto account su Bp non è il primo nell'universo dei social network. Spesso personaggi famosi - fra i casi più noti c'è quello occorso al campione dell'Nba Shaquille O'Neall - sono stati vittime di usurpatori o pirati informatici che hanno preso, in rete, la loro identità. Il problema è stato risolto da Twitter con l'inserimento in alto a destra del bollino "Verified accounts" che certifica la corrispondenza tra il nome dell'utente e l'autore dei post inseriti nella pagina del social network. Quando manca questo bollino - come nel caso del finto account su Bp - non v'è quindi certezza sull'identità. Come difendersi, in questi casi? Un portavoce di Twitter, interpellato dal New York Times, ha precisato che Twitter favorisce "uno scambio aperto di idee e informazioni fra individui, aziende e leader politici". La satira in stile web 2.0 è, pertanto, ammessa: chi si ritiene diffamato può contattare il network che provvederà entro 24 ore a inviare una risposta.