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Berlusconi: Costituzione datata, di impresa si parla una sola volta

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 13:08.

Saluta affettuosamente la numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia, malgrado il no dell'imprenditrice alla richiesta di diventare il nuovo ministro dello Sviluppo economico. Invito lanciato questa volta all'indirizzo del presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, che lo rispedisce però al mittente. Si presenta così il premier Silvio Berlusconi all'assemblea degli artigiani all'auditorium di Roma e dal palco lancia subito una nuova bordata. «L'attività di governo, vista da dentro è un inferno - dice il Cavaliere -. Non manca la buona volontà, ma l'architettura istituzionale la rende difficilissima e i tempi sono incredibili».

Il premier se la prende poi con la Costituzione che «è molto datata». Il perché è presto detto. «Si parla molto di lavoro - sostiene Berlusconi - e quasi mai di impresa, che è citata solo nell'articolo 41. Non è mai citata la parola mercato». «Pensiamo a una legge ordinaria - continua - ma serve anche riscrivere l'articolo 41 della Costituzione». Berlusconi si è poi chiesto «fino a quando un'impresa può continuare ad agire in una cornice di regole che risente di una Costituzione che sconta quella che a suo dire è una "matrice cattocomunista"». Dichiarazioni che hanno scatenato una forte reazione da parte dell'opposizione che invita il premier ad andare a casa.

Agli artigiani il Cavaliere promette poi un taglio delle tasse. «Il nostro scopo - assicura - è di arrivare a diminuire la pressione fiscale, arrivando a un unico codice di norme fiscali entro la legislatura». In Italia, prosegue, «non c'è solo un'oppressione giudiziaria e fiscale, ma anche burocratica». Secondo il premier la «diffidenza» dei confronti degli imprenditori «viene da una cultura, quella comunista», che ha sempre considerato l'imprenditore «come un truffatore e un evasore».

Quindi torna sui sondaggi e sul presunto calo di gradimento . «Il governo merita di essere sopra il 50% di apprezzamento e il premier sopra il 60%». Con la crisi, chiarisce ancora Berlusconi, «è una cosa miracolosa che non si trova in tv e sui giornali, ma è nella mente e nel cuore dei cittadini».Poi loda la relazione di Guerrini, che ha chiesto un'accelerazione sulle riforme strutturali. «Non c'è un punto prosegue che non mi trovi d'accordo. Una relazione completa, concreta, propositiva e piena di entusiasmo». Ma l'assemblea gli offre anche l'occasione di tornare sull'attualità delle inchieste e sul fronte caldissimo dei grandi appalti. «Abbiamo risposto bene dopo il terremoto. Mi spiace si getti fango sulla Protezione civile. Io non ho partecipato ad alcun appalto ma ho visto lavorare e in 390 appalti non c'è stata alcuna cricca, niente di meno che positivo».

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Insomma, una difesa a spada tratta dell'operato dell'esecutivo. «Non c'è stata una sola azione di protesta degli imprenditori che hanno partecipato alle gare e le hanno perse, è gente seria. Io non ho partecipato ad appalti né raccomandato alcuna azienda».

Il premier torna poi sulla manovra per rimarcare alcune delle misure previste. «La soglia per la tracciabilità dei pagamenti fissata dalla manovra a 5.000 euro è una cosa giusta - prosegue Berlusconi -, e non sono i 100 euro che avrebbe messo la sinistra se fosse stata al Governo: quello sarebbe uno Stato di polizia tributaria».

Quindi garantisce che entro l'autunno lo statuto degli imprenditori sarà legge. «Noi ci impegneremo a fare diventare legge lo statuto delle imprese - spiega - perché quello che va bene alle imprese va bene all'Italia». Vogliamo fare, prosegue, «una rivoluzione nel rapporto tra lo Stato, la pubblica amministrazione e le imprese: passare dal sospetto alla fiducia». Ma non è l'unica promessa assicurata alla platea. «Vogliamo arrivare a un nuovo sistema - aggiunge il Cavaliere - in cui non si debbano chiedere più permessi, autorizzazioni, concessioni o licenze: che sono per me un linguaggio e una pratica da Stato totalitario, da Stato padrone che percepisce i cittadini come sudditi. Vogliamo un sistema in cui basti una comunicazione allo sportello unico per avviare un'impresa».

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