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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2010 alle ore 18:29.
Londra – Dal disastro ecologico, al collasso finanziario fino alla crisi politica. La parabola di Bp e dell'incidente nella piattaforma Macondo nel Golfo del Messico dopo aver messo a dura prova le relazioni fra Washington e il gigante energetico britannico alza d'improvviso la tensione politica fra le due sponde dell'Atlantico.
Il titolo oggi ha aperto con una caduta verticale (meno 11%) per poi rimbalzare nel pomeriggio verso un contenuto meno 4,5%. Numeri che significano il dimezzarsi della capitalizzazione di Borsa di Bp in meno di due mesi da quel 20 aprile quando la crisi cominciò con il sacrificio di undici uomini morti nel Golfo. La caduta dei mercati che secondo il gruppo inglese "non ha alcuna motivazione" realistica, fa pensare ad arbitraggi ma è piuttosto frutto di speculazione e avviene in coincidenza con l'innalzamento dei toni dell'amministrazione Usa che da giorni muove con decisione sul ceo Tony Hayward e sul presidente Carl Henric Svanberg.
Un pressing che ha fra gli obiettivi la sospensione del dividendo che Bp intende pagare agli azionisti il 20 giugno relativamente al primo trimestre e a fine luglio sulla scia dei risultati del secondo. La reazione degli ambienti finanziari inglesi è stata severa con il direttore generale di Cbi – la Confindustria inglese – Richard Lambert "ovviamente preoccupato" per l'affondo politico americano su Bp, mentre Miles Templeton di Institute of Directors ha parlato inappropriata "retorica politica". Da parte del presidente Obama e non solo.
Il governo di David Cameron ha evitato per ora di replicare direttamente a Washington e l'ambasciata inglese in Usa non risulta essere stata ufficialmente mobilitata. Ufficiosamente lo è da settimane. Downing street si è limitata a precisare di "essere pronto ad aiutare Bp". Il riferimento è ad aiuto tecnico, ma quello che sembra levarsi dagli ambienti economici e finanziari di Londra è la richiesta di aiuto politico. In attesa che nel corso del week end Cameron e Obama discutano al telefono le implicazioni della crisi, ci ha pensato il sindaco di Londra, il conservatore Boris Johnson, a uscire allo scoperto in difesa di Bp e condannando "la retorica antibritannica…divenuta preoccupazione nazionale".