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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2010 alle ore 10:40.
Se non saranno presi provvedimenti, il debito pubblico giapponese potrebbe creare in futuro il rischio di una crisi come quella greca: lo ha dichiarato il nuovo premier nipponico, Naoto Kan in un discorso al Parlamento in cui promette anche di lavorare a fianco di Banca del Giappone per sconfiggere la deflazione. «La nostra è la peggiore situazione finanziaria di tutti i paesi sviluppati, con un debito che supera il 200% del Pil dopo decenni di politiche di stimolo all'economia», ha ricordato Kan nel suo discorso di investitura parlamentare.
«Come avvenuto nell'Eurozona a causa della Grecia, esiste il rischio di una bancarotta se non faremo nulla contro l'aumento del debito, perdendo di conseguenza la fiducia dei mercati». Il nuovo governo, ha continuato Kan, dovrà imporre misure drastiche per riequilibrare le finanze, accompagnate dall'eliminazione delle spese superflue e da una «inevitabile» riforma fiscale. «E' difficile poter proseguire con queste politiche fiscali, condizionate dalla crescente necessità di emettere bond».
Kan ha confermato l'intenzione del governo di mettere a punto entro fine mese un quadro di misure fiscali di medio periodo che definisca limiti stringenti alla spesa nel bilancio statale sui prossimi tre anni, stabilendo anche degli obiettivi di lungo termine. Per sostenere la crescita il governo si affiderà a una «terza via» intermedia tra inutili opere pubbliche e politiche a favore dell'impresa che accrescono le disuguaglianze sociali.
Una delle misure in considerazione - caldeggiata dalla stampa, oltre che dagli ambienti finanziari - è quella di alzare le tasse sui consumi che sono ora soltanto al 5%.