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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 11:22.
Il no della Fiom all'accordo proposto dalla Fiat per il futuro dello stabilimento di Pomigliano d'Arco «è incredibile». Lo ha detto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, parlando a margine dell'assemblea annuale di Confcommercio, che si sta svolgendo a Roma, alla presenza del premier Silvio Berlusconi.
«Secondo noi - ha spiegato Marcegaglia - é incredibile che davanti a un'azienda che va contro la storia, prende produzioni dalla Polonia e le importa in Italia, investe 700 milioni di euro ci sia un no: quindi attendiamo di capire cosa vogliono fare i lavoratori». «Aspettiamo il referendum del 22 giugno - ha aggiunto - e vediamo cosa succede».
All'apertura dei lavori dell'annuale summit di Confcommercio, è stato letto il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha evidenziato come dal terziario possa venire uno stimolo per la crescita e lavoro. Per Napolitano, sono rilevanti le iniziative per la collaborazione tra piccole medie imprese e per assicurare loro una «rappresentanza unitaria»: significativa, in proposito, é la costituzione di «Rete imprese Italia», l'associazione interconfederale tra commercianti e artigiani.
Ha parlato, invece, di crescita lenta e fragile, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che ha stimato un'aumento del Pil dello 0,7% nel 2010 e dell'1% nel 2011. Anche i consumi delle famiglie seguiranno lo stesso profilo di moderata crescita. «Il motore dell'Italia produttiva - ha detto - gira ancora troppo piano e il riassorbimento della disoccupazione appare particolarmente critico».
Bisogna intervenire poi sul fronte delle tasse. «Per chi paga regolarmente tasse e contributi - ha spiegato Sangalli - la pressione fiscale complessiva ed effettiva é ben superiore al 43,2 % del Pil e può essere stimata prossima al 52 per cento». I calcoli, ha spiegato, si fondano sulla considerazione che la pressione fiscale "complessiva e ufficiale" (43,2%) é in rapporto a un prodotto interno lordo che «tiene conto anche di un'economia sommersa che genera un imponibile evaso nell'ordine dei 260 miliardi di euro e determina mancati introiti fiscali nell'ordine dei 110 miliardi di euro». Per Confcommercio, dunque la pressione fiscale non può essere ulteriormente accresciuta. Anzi, per sostenere crescita ed occupazione, essa andrà al più presto ridotta. Serve, poi, rafforzare l'azione di contrasto e recupero dell'evasione e dell'elusione, e il "dividendo" economico e sociale di questa azione, ha sottolineato Sangalli, «deve infatti essere la riduzione della pressione fiscale».