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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 09:07.
«Dobbiamo prenderci cura, amare e rispettare i lavoratori migranti, e in particolare la nuova generazione di giovani lavoratori migranti». Il premier cinese Wen Jiabao, dice un dispaccio dell'agenzia di stampa statale Xinua, così si è rivolto ai cinesi che stanno costruendo una nuova stazione della metropolitana di Pechino. Il messaggio era però indirizzato all'esercito di circa 120 milioni di lavoratori migrati dalle campagne nelle città dell'ex Impero di mezzo per cercare lavoro come operai o manovali nelle industrie e nei cantieri: i cosiddetti nongmingong, i "contadini lavoratori". E soprattutto proprio a quei giovani tra i 20 e i 25 anni che di questi tempi hanno osato sfidare la legge e il sindacato ufficiale (Fnsc) nelle fabbriche del Delta delle Perle e in altre parti dell'immensa Repubblica popolare.
"Nonno Wen", così chiamato per la sua abilità nel creare empatia con le masse in difficoltà, è andato anche più in là: il governo e tutti i settori della società devono trattare i lavoratori migranti come se fossero i loro stessi figli. Resta da vedere se i figli più giovani non siano ormai preda di una carenza d'affetto protrattasi troppo a lungo. E soprattutto se sia possibile un dialogo, una sintonia, tra la leadership del Partito comunista cinese, una società sostanzialmente allineata in quanto resa più benestante dai decenni di riforme dello stesso Pcc, e i figli delle campagne venuti in città ma ormai in rete tra loro e il resto del mondo grazie a cellulari, internet, Facebook, Twitter. Come dire, la rete fa la forza.
Il "premier del popolo", così lo chiama la stampa cinese e internazionale. Certo se c'è un leader con i requisiti giusti per cercare di arginare il malessere sociale questo è proprio il tecnocrate Wen Jiabao, stimato in patria e all'estero, l'uomo che nel 1989 si recò con il segretario generale del Pcc Zhao Ziyang sulla Piazza Tienanmen per parlare ai giovani cinesi che anche allora avevano sfidato il regime. Di qui l'importanza di quello che è stato letto come un sostegno alle rivendicazioni degli operai sottopagati della taiwanese Foxconn o della giapponese Honda nel sud della Cina. Wen, portavoce doc di un governo e di un partito che più di ogni altra cosa temono manifestazioni di piazza.