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Linea dura degli enti locali contro la manovra. Chiamparino: verso un'unica imposta sugli immobili

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2010 alle ore 13:40.

Si va verso una tassa unica locale sugli immobili. L'annuncio è arrivato dal presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, al termine dell'incontro con il Governo sulla manovra. Si tratta, ha spiegato Chiamparino, di una tassa che si avvicina alla "service tax" proposta dai Comuni. «Sottolineo che potrebbe avvicinarsi - ha detto Chiamparino - perchè ancora dobbiamo vedere il testo e quindi non possiamo esprimere un giudizio». Secondo il presidente dell'Anci potrebbe essere un'imposta unica locale sugli immobili, esclusa la prima casa, alla quale si potrebbero aggregare anche altre imposte locali.

Stamane a pre-annunciare la linea dura anche delle regioni sulla manovra, era stato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha ribadito che non si accontenterà di semplici ritocchi: «servono cambiamenti profondi», ha detto. «Il ministero dell'Economia deve presentare una nuova manovra, perché così è insostenibile per le regioni», ha detto Formigoni.

La versione attuale della manovra da 24,9 miliardi prevede 10 miliardi di tagli, in due anni, sui bilanci locali. Troppi, per il numero uno del Pirellone, che ricorda come queste sforbiciate siano insostenibili non solo per le Regioni, ma anche per province e comuni. Questi ultimi, intanto, stanno manifestando davanti al Senato e tra poco, alle ore 14, è arrivato l'annuncio che il ministro Tremonti incontrerà il numero uno dell'Anci, Sergio Chiamparino. L'auspicio di Formigoni è che Via XX Settembre sia coerente con le aperture dimostrate dai partiti di maggioranza, proponendo di ridurre le sforbiciate alle regioni e trasferirle sui ministeri. «Siamo certamente disposti - ha aggiunto - a fare la nostra parte, ma in misura assolutamente proporzionale con la parte che farà il Governo con i suoi ministeri».

Non si attenua, quindi, l'insoddisfazione dei governatori. Ieri era intervenuto il governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi. Stamane, il consiglio regionale della Valle d'Aosta ha approvato una mozione in cui esprime preoccupazione per la manovra, soprattutto sul fronte «del riparto fiscale, dei poteri e delle funzioni esercitate dalla Regione e di conseguenza sull'intera comunità valdostana».

Una prima risposta arriva dal ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto. «Alle regioni - ha detto Fitto - voglio dare dei numeri: trasferimenti di circa 160 miliardi di euro dallo Stato, sigla del patto per la salute, con integrazione di 4 mld di euro al fondo sanitario nazionale. Tutto quello di cui discutiamo quindi, tocca la parte residua del trasferimento dove si deve operare nella logica della riduzione della spesa pubblica». Chiaro anche il giudizio sui tagli: «vanno mantenuti, ma mettiamoci d'accordo e vediamo come fare».

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Oggi, ha proseguito Fitto, ci sono spunti che ci indicano che il margine per recuperare le risorse è abbondante e quindi si può evitare lo spauracchio del taglio dei servizi. Dobbiamo evitare di drammatizzare le questioni e assumerci tutti la responsabilità che il momento richiede. Fitto rilancia poi sull'aspetto «virtuosità». «Non possiamo farlo subito - ha detto - ma gradualmente anche con la fase di accompagnamento del federalismo che rimane uno strumento per ottenere risultati e con questa manovra».

In mattinata, intanto, è ripreso l'esame degli emendamenti alla manovra in commissione Bilancio, a Palazzo Madama, che ieri si era concluso con la declaratoria d'ammissibilità dei primi cinque articoli del provvedimento. Sempre ieri è stato riammesso con nuova formulazione l'emendamento a firma del presidente della commissione Finanze, Mario Baldassarri sul taglio ai consumi intermedi. Nel pomeriggio è prevista la riunione del comitato istituito dal Pdl a Palazzo Madama per filtrare i 1.116 emendamenti presentati dal gruppo. In giornata la commissione, che è convocata per il pomeriggio e la sera, dovrebbe cominciare anche a votare.

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