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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2010 alle ore 18:31.
Il presidente della commissione Giustizia della Camera, la finiana Giulia Bongiorno, ha autorizzato sette audizioni sul ddl intercettazioni. La Bongiorno ha così accolto le richieste dell'opposizione che aveva sollecitato un supplemento di approfondimento sul testo licenziato dal Senato. Pdl e Lega si erano invece espressi contro la possbilità di un nuovo giro di audizioni. La discussione riprenderà quindi con l'ascolto, da parte dei deputati, di sette audizioni, tra cui quella del procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso; del procuratore capo di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone; del professor Glauco Giostra, ordinario di procedura penale presso l'università '"a Sapienza" di Roma; e quelle dei rappresentanti di Anm, Consiglio nazionale forense, Fnsi e Fieg.
Ieri i capigruppo del Pdl e della Lega in commissione, Enrico Costa e Carolina Lussana, avevano sottolineato la necessità di procedere con l'esame del provvedimento senza ulteriori rinvii. «Su questo ddl - aveva sottolineato ieri Costa - abbiamo già ascoltato oltre 60 persone fisiche e 23 giuridiche e fatto, tra camera e senato, 23 sedute di commissione più il lavoro in aula. Non vedo la necessità di nuove audizioni e poi sarebbe molto, molto strano fare audizioni su un testo che arriva alla camera in terza lettura. Non è quasi mai successo». Oggi Costa ha ribadito la contrarietà del Pdl sottolineando che l'ok della Bongiorno «contrasta con l'orientamento della maggioranza della commissione».
Il Pd ha accolto positivamente la decisione della Bongiorno, ma lamenta la mancata convocazione dei rappresentanti delle forze di polizia. «È apprezzabile lo sforzo del presidente Bongiorno che nonostante gli ostacoli frapposti dalla sua maggioranza ha autorizzato le audizioni - ha spiegato la capogruppo dei democratici in commissione, Donatella Ferranti - ma, rispetto a quanto avevamo chiesto, rileviamo l`assenza delle rappresentanze delle forze di polizia, del personale dell`amministrazione giudiziaria, dei
gestori telefonici, dei costituzionalisti e dei cronisti. Su cui ci riserviamo di chiedere ulteriori integrazioni». Le audizioni, ha chiarito ancora Ferranti, «saranno necessarie ad approfondire nel merito e senza preconcetti punti critici del provvedimento, che sono tanti, di grave impatto per la sicurezza e che devono essere sviscerati in maniera equilibrata e senza intenti punitivi per nessuna categoria.Spetterà poi ai gruppi e al dibattito parlamentare trarne le debite conclusioni per noi il ddl ha molti punti critici e questa è l`unica e ultima occasione per rimediarvi». Soddisfatta anche l'Idv che chiede però di aumentare le audizioni.