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Economia Aziende

Lucio Stanca formalizza con una lettera l'addio all'Expo

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2010 alle ore 09:09.

MILANO - Con una lettera di quattro pagine inviata alla presidente Diana Bracco e al board di Expo 2015 Spa, Lucio Stanca ha formalizzato le sue dimissioni. In tarda mattinata si è riunito il consiglio di amministrazione di Milano Expo 2015 Spa, la società che gestirà l'evento, per discutere la revisione del budget 2010 alla luce dei tagli e dei sacrifici imposti dalla manovra di Giulio Tremonti. L'attenzione si è focalizzata sulle dimissioni di Stanca e sulla scelta del successore. Il nuovo successore, è stato stabilito, sarà designato entro metà luglio.

Al posto di Stanca, ma forse con qualifica di direttore generale, potrebbe subentrare l'attuale city manager del Comune di Milano, Giuseppe Sala, un professionista assai apprezzato dal sindaco Letizia Moratti e che riveste a Palazzo Marino un incarico molto delicato. Per questa ragione il sindaco non sarebbe entusiasta all'idea di un trasferimento di Sala alla guida dell'Expo.

Successore entro metà luglio. Entro la fine di luglio «ci sarà la ridefinizione della governance». Lo ha detto Diana Bracco al termine del cda di oggi. Prima della fine di luglio sarà convocato un altro cda e ci sarà l'assemblea dei soci e, ha precisato la Bracco, «prima di allora avremo tutto fatto». Nel frattempo, ha continuato la presidente di Expo 2015, «stiamo lavorando e valutando come fare perché vogliamo che l'Expo sia un successo». Tuttavia, ha ammesso la Bracco, «tutto fa capire come questa impresa e questa sfida siano una strada in salita ma noi in maniera continua facciamo degli avanzamenti».

Sulle dimissioni di Stanca, Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, prova ad allentare la tensione: «Questa è una fase in cui è meglio chiacchierare di meno e lavorare di più e questo vale per tutti». Ma il percorso per Stanca era segnato: i soci della Spa e il Pdl si aspettavano da giorni un passo indietro da parte dell'attuale amministratore delegato, che per parte sua starebbe trattando un'uscita onorevole dalla società. Le voci su un possibile abbandono di Stanca si erano moltiplicate alla luce di quanto disposto dall'articolo 54 della manovra finanziaria, che di fatto introduce dei limiti molto severi all'attività e ai poteri dell'amministratore delegato di Expo 2015. La manovra, oltre a imporre un tetto alle spese della gestione ordinaria, amplia i poteri del Cda a scapito di quelli dell'amministratore delegato. Per esempio: i contratti di assunzione del personale, a qualsiasi titolo, i contratti di lavoro a progetto e gli incarichi di consulenza esterna devono essere deliberati esclusivamente dal Cda.

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Tags Correlati: Cabassi | Diana Bracco | Fiere | Filippo Penati | Fondazione Fiera | Giulio Tremonti | Giuseppe Sala | Letizia Moratti | Lombardia | Management | Milano Expo 2015 Spa | Montecitorio | Pd | PDL | Roberto Formigoni | Società per Azioni | Vicente G. Loscertales

 

C'era poi la questione, contrastata anch'essa dalla manovra, del doppio incarico di Stanca, allo stesso tempo deputato del Pdl e guida operativa di Expo 2015. Tra l'altro a Montecitorio il seggio di Stanca è spesso vuoto e le assenze del manager milanese non sono passate inosservate, anche all'interno del suo partito.

L'ex presidente della Provincia e vicepresidente del Consiglio regionale, Filippo Penati (Pd), lancia un avvertimento: «Mi risulta – dice – ci sia una trattativa per dare un risarcimento a Stanca per convincerlo a lasciare l'incarico di amministratore delegato». Secondo Penati, se ciò avvenisse sarebbe «un fatto grave dopo che Stanca percepisce due stipendi non avendo prodotto un risultato. Stanca dovrebbe avere il decoro di restituire i soldi alla società Expo». «Penati – replica Stanca – sceglie sistematicamente l'insulto personale, privo com'è di argomentazioni. In realtà, Penati è un perdente sempre più irrilevante. Il lavoro di questi mesi – continua Stanca – trova nel dossier di registrazione di Expo 2015 una compiuta realizzazione, come ha più volte ribadito anche il segretario generale del Bie Vicente G. Loscertales».

Intanto tiene banco la questione dei terreni agricoli dove si svolgerà l'Expo del 2015. Sono di proprietà di Fondazione Fiera e gruppo Cabassi e, per acquistarli, gli enti locali (Regione, Provincia e Comune) dovrebbero sborsare 200 milioni. Gira voce che la Provincia di Milano, per reperire le risorse di sua competenza, stia pensando di mettere in vendita il 15% delle quote di Milano Serravalle.

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