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Al G-20 Obama accelera sull'accordo di libero scambio con la locomotiva Seul

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2010 alle ore 14:23.

Prima gli Stati Uniti o prima l'Europa? La partita è più che mai aperta sulla questione dell'Accordo di libero scambio con la Corea del Sud. A margine del vertice di Toronto del G-20 il presidente americano Barack Obama ha ravvivato le prospettive di ratifica del Free trade agreement (Fta) che Seul e Washington avevano firmato quasi tre anni fa, il 30 giugno 2007.

Corsa tra Usa ed Europa per la locomotiva Seul. Proprio tre anni fa, un mese prima di quella firma, l'Unione europea aveva iniziato analoghi negoziati con la Corea del Sud, che hanno portato alla firma il 15 ottobre 2009: Seul sperava che la ratifica del Parlamento europeo arrivasse questo mese, ma i tempi si sono allungati e appaiono ora incerti, specie per l'opposizione della lobby automobilistica.

Tra firma e attuazione pratica è normale che passi un congruo periodo di tempo, ma è chiaro che l'amministrazione Obama ha finora fatto poco per far procedere gli accordi di libero scambio negoziati dall'amministrazione Bush (non solo con Seul, ma anche con Panama e Colombia). Come nel caso europeo, un forte ostacolo al via libera all'intesa con la Corea del Sud arriva dal settore automobilistico (e dai relativi sindacati): la lamentela riguarda le barriere non tariffarie che ostacolerebbero la penetrazione dei costruttori americani in Corea. Uno scoglio al quale si aggiunge la rabbia degli allevatori per le estreme limitazioni alle quali è sottoposta l'importazione di carni bovine americane in Corea del Sud (in Europa, invece, gli agricoltori appoggiano l'Fta).

Ora, però, Obama ha fissato una tempistica: vuole risolverere le divergenze entro novembre, in modo da poter annunciare l'intesa al prossimo G-20 che si terrà proprio a Seul. Sarebbe una boccata di ossigeno per il commercio internazionale, visto che proprio nel weekend a Toronto i Grandi hanno rinunciato a porsi l'obiettivo di dare una svolta alle trattative globali in sede Wto entro l'anno. In ogni caso, al Congresso - dove lo scetticismo resta forte - il pacchetto di liberalizzazione degli scambi con la Corea sarà presentato nei mesi successivi: si andrà al 2011.

Anche il Free trade agreement tra Ue e Corea appare ormai rinviato almeno a fine anno, non senza qualche irritazione da parte coreana. La scusa per il ritardo è la necessità di tradurre i documenti nelle 16 lingue ufficiali dell'Unione: quindi tra la firma e l'inizio dell'esame da parte del Parlamento Europeo passerà un anno. Con l'autunno Strasburgo dovrà occuparsi della questione e una sua approvazione dovrebbe portare all'inizio dell'applicazione dell'intesa, anche prima del voto da parte dei singoli parlamenti nazionali. Una prospettiva che irrita l'industria automobilistica - Fiat in testa - che paventa la prospettiva di una invasione di auto coreane (in vista di tariffe zero all'import, anche se non immediate): a parere di varie Case automobilistiche europee, la Commissione di Bruxelles sarebbe caduta nella trappola di inseguire gli Usa sulla strada dell'Fta, temendo che l'Europa restasse svantaggiata. Insomma, c'è chi continua a raccomandare di non avere fretta, da una parte e dall'altra dell'Atlantico.

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