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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 17:54.
Botta e risposta alla Camera tra maggioranza e opposizione attorno alla nomina di Aldo Brancher. La cui designazione è stata al centro di un question time del ministro Elio Vito in risposta a una interrogazione di Antonio Di Pietro. A sollecitare un chiarimento dell'esecutivo sulle deleghe del neoministro era stati inizialmente i democratici che però avevano chiesto un intervento del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Così, dopo aver appreso che il premier sarebbe stato indisponibile, perché impegnato all'estero, il Pd ha lasciato l'iniziativa all'Idv. E a Montecitorio è andato in scena un nuovo scontro tra il Pdl e i dipietristi.
Ecco dunque la difesa dell'esecutivo. Aldo Brancher è stato promosso ministro «per meglio operare il concerto tra i ministri così da giungere a una più rapida e concreta attuazione del federalismo, nel rispetto del programma di governo, in uno dei suoi punti più qualificanti, e del mandato degli elettori». Il ministro Vito ha poi spiegato che l'attuazione del federalismo «rasenta una particolare complessità», che le competenze in materia sono ripartite tra tre dicasteri (Riforme, Semplificazione normativa e Affari regionali), e che nei primi due anni di legislatura da sottosegretario (al dicastero del Senatur), Brancher aveva «assolto con particolare impegno al compito di coadiuvare i ministri Bossi e Calderoli».
Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, ha però reagito duramente all'arringa di Vito. Lamentando innanzitutto la «latitanza» del presidente del Consiglio e poi rivolgendo un provocatorio interrogativo all'esponente del Pdl. «Brancher di che cosa è ministro, oltre che dell'impunità?». In realtà, ha chiarito ancora l'ex pm, «Brancher è un coagulatore. Ma il coagulatore non poteva farlo già da sottosegretario? Il tema è che da ministro si è avvantaggiato di una delle leggi ad personam di Berlusconi, che oggi ha 24 ministri a fronte dei 12 che aveva promesso in campagna elettorale, e che Berlusconi attua un uso distorto delle finzioni pubbliche per garantirsi il silenzio di chi lo ha aiutato». Poi l'affondo al premier. «Non è stato lo stesso Berlusconi - prosegue Di Pietro - a raccontare del resto che quando Brancher venne chiuso a San Vittore lui e Confalonieri giravano attorno al carcere per dargli solidarietà?».