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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 15:07.
All'estero, la stragrande maggioranza dei titoli sul caso Dell'Utri mette in rilievo la condanna del senatore vicino a Berlusconi. Solo il britannico Guardian punta i riflettori sul principale aspetto politico e titola: «L'alleato di Silvio Berlusconi non aveva legami con la mafia dopo il 1992, sentenzia la corte». «Il verdetto - osserva John Hooper - scagiona il primo ministro italiano dalle accuse secondo cui il suo ingresso in politica sarebbe stato sponsorizzato dalla mafia».
La corte d'appello di Palermo – riassume il Guardian - ha concluso che il manager pubblicitario siciliano, che ha creato il partito Forza Italia con cui Berlusconi è entrato nella scena politica nel 1994 «aveva avuto in precedenza legami con Cosa Nostra». Ma i tre giudici hanno stabilito che «non ci sono prove per dimostrare che Marcello Dell'Utri – amico e alleato di lunga data di Berlusconi – sia stato in combutta con la mafia dopo il 1992». La sentenza, secondo il Guardian «è di scarso conforto per Dell'Utri», condannato per collaborazione con la mafia sei anni fa. La pena è stata ridotta «ma solo da nove a sette anni» e lui ha parlato di sentenza "pilatesca".
Ma il risultato, nota il quotidiano, «rallegrerà Berlusconi e i suoi seguaci, che da tempo insistono nel dire che lui è stato incastrato da Cosa Nostra a causa del successo dei suoi governi nell'affrontare la criminalità organizzata». Il Guardian ricorda che in dicembre il portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, fece notare che nei due anni di governo di centrodestra 15 dei 30 mafiosi più ricercati sono stati catturati. «Le accuse di una tacita intesa tra Berlusconi e la mafia sono tuttavia tornate a galla a causa della sponsorizzazione da parte del governo di una legge che limiterebbe i poteri della polizia e dei pm di fare intercettazioni e mettere microspie».
Secondo il Guardian, «è improbabile che la sentenza metta fine alle congetture sulla relazione del primo ministro con la criminalità organizzata». In passato, ricorda Hooper, Berlusconi aveva assunto un boss mafioso per la sua villa vicino a Milano e il suo partito vinse ogni seggio siciliano nelle elezioni del 2001.
Il Financial Times