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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2010 alle ore 14:17.
Mentre Marcello Lippi deve scappare da un locale all'altro della sua amata Toscana per non farsi inseguire dalle urla e dai commenti pesanti dei tifosi italiani delusi dalla figuraccia mondiale, oggi è il giorno di Cesare Prandelli. Il nuovo commissario tecnico della nazionale azzurra ha firmato ieri in Figc un contratto quadriennale da 1,2 milioni a stagione e da oggi avrà piena responsabilità sulla squadra quattro volte campione del mondo ma tristemente battuta ed eliminata da Sudafrica 2010 dalla selezione slovacca (a sua volta schiacciata dall'Olanda nei quarti di finale).
Prandelli, presentato allo stadio Olimpico di Roma, ha cominciato a esplicitare la sua idea di nazionale, anticipando di voler puntare su un gruppo di qualità, convocato su base meritocratica, con un chiaro rispetto della dignità di ognuno e dei ruoli. Non ha fatto molti nomi, l'ex allenatore della Fiorentina: ha chiarito di considerare chiusa l'esperienza di Francesco Totti in maglia azzurra, ha auspicato di pensare a Gigi Buffon come capitano della nazionale che dovrà qualificarsi ai prossimi Europei, ha aperto al'ipotesi di scherare più oriundi in squadra, basta che lo meritino.
Il nuovo commissario tecnico, che avrà un suo ufficio in via Allegri, sede della Federazione, diventa ct in un momento obiettivamente di grande confusione degli organi di gestione del movimento calcistico nazionale, malgrado la presidenza di Giancarlo Abete abbia avuto il sostegno sia del governo che del Coni di Gianni Petrucci. Fatto sta che Abete e la Federazione non possono più permettersi sbagli e dovono correre ai ripari in un momento delicato per la qualità del calcio azzurro. Per questo la Federazione sa bene di dover ricostruire un movimento di cui la nazionale deve essere l'elemento cardine.
Alle parole di Abete e al sorriso accattivante di Prandelli dovranno presto fare seguito azioni concrete per risollevare le sorti del gruppo azzurro. E qui, però, iniziano i primi contrattempi. Esemplare la vicenda della prima amichevole della nuova squadra contro la Costa d'Avorio, una partita importante per ricominciare con il nuovo gruppo, a un mese dall'inizio delle qualificazioni per gli Europei del 2012. Doveva essere giocata mercoledì 11 agosto in Italia, dopo due giorni di ritiro, ma una serie di problemi ha fatto sì che la gara sia anticipata al giorno prima e disputata a Londra, dimezzando il tempo del già breve ritiro. Ci sarebbe la possibilità teorica di anticiparlo, ma anche su questa opzione ci sarà da battagliare con i club, che hanno già programmato le loro amichevoli. Tra l'altro il confronto/conflitto tra la nazionale e la Lega calcio sarà una costante che il ct e la Federazione dovranno gestire al meglio (la Figc viene spesso accusata di essere troppo arrendevole di fronte alle richieste dei club).