Mondiali di calcio Sudafrica 2010

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Quei tre gol slovacchi che costano 50 milioni di euro

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 12:49.

In fumo se ne vanno circa 50 milioni. Al rammarico per la prematura uscita degli azzurri dal Mondiale si aggiungono per l'Italia notizie dolorose anche dal punto di vista finanziario. Una disfatta, quella azzurra, che costerà alle casse federali dai 5 ai 21 milioni di dollari solo di premi Fifa e una trentina di milioni di minori introiti tra sponsor e fornitori.

Capitolo premi. Il budget che la Federazione ha messo a disposizione per Sudafrica 2010 è di 240 milioni di dollari (supera del 60% i 96 milioni stanziati per Germania 2006). Ad ogni squadra partecipante al Mondiale, la Fifa ha infatti garantito un milione di dollari a titolo di rimborso degli oneri di preparazione. Al termine delle tre partite della prima fase, ogni team incassa 8 milioni di dollari aggiuntivi, a prescindere dal passaggio del turno.

L'Italia torna dunque a casa con 9 milioni di dollari in tasca nonostante la pessima prova nel girone eliminatorio: la stessa consolazione della Corea del Nord, eliminata dopo lo 0-7 subito dal Portogallo. Per chi continua l'avventura Mondiale, il montepremi della Fifa prevede altri scaglioni: il superamento dei quarti frutta cinque milioni a squadra; ne arrivano altri quattro a chi raggiungerà le semifinali, fino ai 30 milioni di dollari totali in caso di vittoria del titolo. Questo significa che l'Italia torna a casa per la prima volta nella storia di un Mondiale senza vincere una partita e con le casse che piangono.

Fra l'altro, la spedizione del 2010 era partita con un monte sponsorizzazioni che ha ha avuto l'effetto volano del titolo conquistato nel 2006. I marchi a sostegno degli azzurri nella spedizione sudafricana erano 27 e in totale hanno portato nelle casse federali 56 milioni di euro contro i circa 42 del quadriennio precedente. Discorso analogo per lo sponsor tecnico Puma, giunto al settimo anno di sponsorizzazione, che ha investito nell'avventura azzurra 15 milioni di euro all'anno per quattro anni, contro gli 11,5 annui del quadriennio precedente Germania 2006. Il totale parla di 116 milioni di euro accumulati dal 2007 al 2010, contro i circa 88 precedenti alla spedizione tedesca.

Questo per quanto concerne le cifre nude e crude. Però in un Mondiale, si sa, conta anche il modo con cui una Nazionale viene esclusa e questo può certamente influenzare anche il comportamento dei partner commerciali di chi viene prematuramente eliminato. Il vergognoso rientro della Francia dopo il girone eliminatorio è un esempio in questo senso lampante: Crédit Agricole ha annullato la campagna televisiva che vedeva protagonista i bleus e anche la società di fast-food Quick ha deciso d'interrompere la messa in onda di uno spot con Anelka, dopo l'allontanamento del giocatore del Chelsea in seguito agli insulti rivolti al tecnico Domenech.

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Inoltre, alla ripresa degli allenamenti in vista dell'ultimo match contro i padroni di casa del Sudafrica, sulle magliette non compariva nessuno sponsor. Difficile prevedere quello che accadrà agli azzurri, visto che l'eliminazione dell'Italia, a livello d'immagine, non è nemmeno lontanamente paragonabile, almeno per il momento, a quella transalpina. Una fuga in massa degli sponsor non è ipotizzabile, ma un ridimensionamento è più che prevedibile. È probabile che le cifre delle sponsorizzazioni che accompagneranno l'Italia al Mondiale brasiliano del 2014 saranno più vicine a quelle pre 2006 piuttosto che a quelle che hanno sostenuto gli azzurri in Sudafrica. Un salasso di una cinquantina di milioni con i quali la Federazione dovrà fare i conti.

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