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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2010 alle ore 11:56.
Indagini su tutti i conti correnti aperti dal 2004 ad oggi in istituti del gruppo Unicredit e gestiti dal coordinatore del Pdl Denis Verdini e da Flavio Carboni: li hanno disposti i pm della procura di Roma che indagano sulla cosiddetta loggia P3, dando mandato alla Guardia di Finanza di acquisire tutta la documentazione necessaria. Ma Verdini si difende. «Si tratta di risorse personali, frutto di enormi sacrifici economici fatti da me, dalla mia famiglia e dai miei soci».
Il coordinatore del Pdl punta il dito contro l'articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera in cui si dava conto delle indagini avviate dalle fiamme gialle. «I 2,6 mlioni di euro che il Corriere della Sera sembra presentare come il frutto di chissà quale misfatto - prosegue Verdini -, rappresentano invece il risultato di operazioni aziendali del 2004 tra imprese e soci dello stesso gruppo editoriale che nulla hanno a che spartire con questa indagine. Questo denaro è stato esclusivamente utilizzato per l'attività del Giornale della Toscana e delle aziende ad esso collegate».
L'obiettivo del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Rodolfo Sabelli è di accertare se attraverso quei conti correnti siano state effettuate operazioni illecite o siano comunque transitati fondi riconducibili a eventuali tangenti. Nel decreto di accertamento bancario, i pubblici ministeri chiedono alla Guardia di Finanza di acquisire presso il gruppo Unicredit tutta la documentazione per ricostruire «talune operazioni finanziarie» effettuate da Verdini e da Carboni dal gennaio 2004 ad oggi. Un accertamento disposto dagli inquirenti in seguito all'acquisizione degli assegni circolari per 800mila euro- con causali diverse e non tutti Unicredit - negoziati in gran parte da Antonella Pau, moglie di Carboni.
L'accertamento non riguarda solo i conti correnti attivi: i militari dovranno infatti acquisire gli estratti conti dei rapporti anche estinti, «la documentazione relativa a cassette di sicurezza, libretti di deposito a risparmio sia nominativi che al portatore, dossier titoli anche per quei rapporti laddove lo stesso abbia agito per delega o mediante qualsiasi altro strumento sostitutivo o di interposizione». Gli inquirenti vogliono inoltre sapere se collegati ai conti di Verdini e Carboni vi siano anche «aperture di credito, mutui, castelletti per sconto effetti e per altre operazioni di portafoglio».