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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 07:54.
Accesso ai disabili e raccolta differenziata, sviluppo del fotovoltaico e piste ciclabili: la qualità di un litorale si misura anche così. Ma quanto pesano questi criteri quando si valuta la "virtù" di una spiaggia o di un comune? Forse troppo se si contano le bandiere blu conquistate dalla Liguria: 17 quest'anno, una in più del 2009, che fanno della regione della Lanterna la più premiata d'Italia.
La bandiera blu è un riconoscimento internazionale assegnato in 41 Paesi dalla Fee Foundation for environmental education), con il supporto e la partecipazione di due agenzie dell'Onu. Obiettivo principale: indirizzare la politica di gestione delle località rivierasche verso un processo di sostenibilità ambientale e accoglienza turistica. Fin qui tutto bene. Ma balneabilità e pulizia delle spiagge a parte – che sono i criteri base per ottenere la bandiera – la sensazione è che l'assegnazione del "vessillo" blu non manchi di incongruenze: vuoi per la molteplicità dei parametri, che rischiano di ridimensionare il peso dei due paletti-principe, vuoi per la convivenza con altri riconoscimenti (su tutti, le "vele" di Legambiente), che mandano in confusione i bagnanti.
«Le incoerenze sono altre – dissente Amerigo Pilati, presidente Federalberghi Liguria –. Noi ci giochiamo la vita sulle acque pulite. Ma a cosa serve essere virtuosi se poi il comune vicino non ha il depuratore e scarica in mare?». In questo senso – come ragiona Pilati – le rilevazioni Arpal rischiano di fotografare una situazione parziale e transitoria, legata al periodo in cui sono effettuate. Senza contare che il vacanziere presta attenzione più a ciò che galleggia in mare (a partire dai colibatteri fecali) che alle piste ciclabili. E così il problema si ribalta: su 300 chilometri di costa ligure 17 bandiere blu sono poche perché significa che la maggior parte dei comuni (e del mare) è sprovvista del bollino di qualità. Per Pilati le amministrazioni non capiscono quanto il riconoscimento Fee sia fonte di sicurezza per i turisti, soprattutto stranieri. Lo dimostra il caso Sanremo: dove è stata sufficiente la rottura di una tubatura fognaria per un mese per compromettere la stagione.