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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 08:01.
NEW YORK.- Barack Obama ha scelto il Giardino delle rose della Casa Bianca, ieri a mezzogiorno, per dire agli americani di essere molto preoccupato per la massiccia fuga di notizie sulla guerra in Afghanistan. Il presidente però ha confermato che i documenti riservati finiti su Wikileaks non svelano niente che non fosse già di pubblico dominio. La stessa cosa, la sera precedente, aveva detto il portavoce del Pentagono (che ha confermato l'apertura di un'inchiesta penale). Obama, insomma, prova a non perdere la calma, a mettere una pezza alla beffa subita da un sito internet pacifista e a sminuire l'importanza delle rivelazioni.
Entro la settimana la Camera bassa di Washington dovrà votare un ulteriore finanziamento da 60 miliardi di dollari richiesto dal Pentagono per affrontare le maggiori spese correnti della guerra in Afghanistan. Il testo è stato già approvato dal Senato, ma l'impatto mediatico di Wikileaks potrebbe aver complicato le cose, almeno stando all'interpretazione che dà la prima pagina del New York Times (il giornale che ha ricevuto in anteprima i 92mila documenti riservati). Gli analisti di politica interna sono decisamente più ottimisti, così come il Washington Post. Ma l'intervento di Obama al Giardino delle rose dimostra che il presidente non può dare per scontato il consenso dei suoi concittadini a una guerra che sembra non finire mai. Ieri, tra l'altro, uno dei due soldati americani spariti nell'area a sud di Kabul è stato ritrovato morto.
Un aiuto indiretto a Obama però potrebbe arrivare da una lettura più attenta di alcune delle carte diffuse da Wikileaks. Il Wall Street Journal, tra gli altri, ha concentrato l'attenzione su quei rapporti militari e di intelligence diffusi dal sito pacifista che proverebbero una collaborazione molto più ampia di quanto si sospettasse tra Iran, al-Qaeda, i talebani e altri gruppi estremisti sunniti. Tra i novantaduemila documenti che nelle intenzioni di Wikileaks avrebbero dovuto provocare una sollevazione popolare contro la guerra in Afghanistan, in realtà ci sarebbero le prove del coinvolgimento diretto degli ayatollah iraniani nelle operazioni terroristiche internazionali. In uno dei rapporti resi pubblici da Wikileaks, scrive il Wall Street Journal, si parla addirittura del ruolo svolto dall'Iran per facilitare una compravendita di armi tra la Corea del Nord e al-Qaeda, attraverso il terrorista afghano di stanza in Pakistan Gulbuddin Hekmatyar.