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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2010 alle ore 15:18.
Lo stop agli aumenti dei pedaggi autostradali deciso lo scorso 29 luglio dal Tar del Lazio è stato confermato dal Consiglio di Stato. La quarta sezione di Palazzo Spada ha respinto la richiesta con cui la Presidenza del Consiglio dei ministri chiedeva di sospendere in via cautelare d'urgenza il provvedimento del Tribunale amministrativo che ha congelato il decreto attuativo della manovra con cui il Governo, il 25 giugno, ha disposto l'introduzione facoltativa, a partire dallo scorso primo luglio, del pedaggio sui raccordi e le autostrade gestite direttamente dall'Anas e aumenti (in media tra l'1,5 e il 2% con punte del 5% per effetto dell'aumento dei canoni dovuti all'Anas) dei canoni dovuti dalle stesse concessionarie che possono poi rivalersi sugli utenti.
E il valzer dei pedaggi non è finito: i giudici del Consiglio di Stato hanno fissato al 31 agosto l'udienza per discutere la sospensione del decreto del Tar del Lazio impugnato da Palazzo Chigi.
«Adesso, al più presto, l`Anas si adegui alla decisione presa dal Tar e confermata dal Consiglio di Stato - ha chiesto il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti - di diminuire i pedaggi, perché chi amministra la cosa pubblica deve rispettare la legge senza atteggiamenti servili con i potenti e lassisti con le persone normali».
Per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi «da oggi gli aumenti dei pedaggi introdotti dal governo sono illegittimi e se non verranno ripristinate le vecchie tariffe potrebbero configurarsi addirittura dei reati a danno degli utenti, quali appropriazione indebita e truffa aggravata».
Ora quindi vacanzieri e pendolari non dovranno più pagare il balzello degli aumenti imposti dalla manovra sui raccordi dell'Anas. Anche se l'Anas ha comunque fatto cassa con il primo fine settimana di esodo.