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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2010 alle ore 16:21.
L'ondata di caldo non dà tregua, la Russia continua a bruciare. Il bilancio delle vittime degli incendi che da oltre due settimane stanno devastando il Paese (e in misura minore l'Ucraina) è salito da 48 a 50. «Un corpo è stato scoperto nella regione di Nizhni Novgorod (500 km a est di Mosca), e una persona è morta all'ospedale nella regione di Voronezh (500 km a sud est della capitale)», ha reso noto il ministero delle situazioni di emergenza, aggiornando il conto delle vittime. L'opera di spegnimento è particolarmente difficoltosa, visti gli oltre 500 focolai ancora attivi. Gli ettari andati in fumo sono 200mila. L'ondata record di caldo afoso durerà almeno sino alla fine della settimana.
Putin visita i focolai più critici, Medvedev ha interrotto le vacanze. Il primo ministro Putin continua a visitare i luoghi più critici degli incendi, anche per incoraggiare i 170 mila tra pompieri e soldati impegnati nell'opera di spegnimento. Il presidente Dmitry Medvedev, che ha interrotto le sue vacanze a Sochi ed è rientrato precipitosamente a Mosca per gestire l'emergenza, ha intanto ordinato di rafforzare la sicurezza degli impianti nucleari, delle basi militari e delle installazioni strategiche nella parte europea del Paese, la più devastata dalle fiamme. Desta preoccupazione, in particolare, la sorte della base militare di ricerca nucleare di Sarov, culla della bomba atomica in epoca sovietica. Le autorità assicurano che i materiali radioattivi sono stati trasportati altrove.
Rientra l'allarme della centrale. Il turbogeneratore del terzo reattore della centrale nucleare di Novovoronezh, 500 chilometri a sud di Mosca, è stato riallacciato stamane dopo che ieri si era disconnesso automaticamente in seguito alla rottura dei trasformatori, causata dalle alte temperature. I tre reattori ora funzionano tutti regolarmente. Il livello di radiazioni nella centrale e nel raggio di 30 chilometri è normale.
Si combatte il fuoco con tutti i mezzi, compreso un robot sperimentale concepito per operare in zone ad alta radioattività. C‘è posto anche per i volontari che vogliano dare man forte, soprattutto per raggiungere le zone più sperdute.
Si è intanto dissipata la fitta cappa di fumo acre e tossico che ieri aveva avvolto Mosca in una nebbia surreale, riducendo fortemente la visibilità nelle strade e inducendo le autorità a sconsigliare di uscire da casa, se non con la mascherina. La concentrazione di monossido di carbonio nell'aria era infatti 5 volte superiore alla media. Il fuoco, però, è ormai alle porte della capitale. A Zatyshye, un piccolo centro rurale non distante da Mosca, sono a rischio le case. "La torba brucia sotto terra, ed è difficile spegnerla. Non so se riusciremo a salvare le case", dice una contadina del posto. Di fronte all'ampiezza del disatro, il Cremlino ha deciso di accettare gli aiuti internazionali.