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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2010 alle ore 11:43.
In dieci anni i consumi delle famiglie meridionali si sono ridotti di oltre un punto percentuale. Precisamente, di 1,3%, passando dal 28,6%, del 1995, al 27,3% del 2007. E le previsioni 2011 confermano la crisi, con una quota di consumi al Sud ferma al 26,8%, in calo di un ulteriore 0,5 per cento. Lo rileva un rapporto dell'ufficio studi di Confcommercio che evidenzia come, al contrario, le spese nelle regioni del Nord, nello stesso periodo, siano risultate in costante aumento. Nel Nord-Ovest, dal 29,6% del 1995 al 30,1%, del 2011. Mentre nel Nord-Est, dal 21,2% al 22,3 per cento. Stabile invece il trend di consumi nelle regioni centrali. Questo a fronte di un rapporto di Federdistribuzione che rincara la dose sostenendo che ormai per il caro spesa e il calo della disponibilità delle famiglie ormai la spesa della quarta settimana in Italia comincia a metà mese.
Il punto, sottolinea Confcommercio, è che l'attuale fase di ripresa sconta una significativa debolezza della domanda delle famiglie meridionali. Le previsioni dei consumi per il 2010 sull'intero territorio sono pari a +0,4%, mentre per il 2011 è previsto un leggero miglioramento (+1 per cento). Due le possibili spiegazioni dei ritardi del Mezzogiorno. La prima, è dovuta alla minore capacità di spesa delle famiglie, visto che, evidenzia il rapporto, curato da Mariano Bella e Livia Patrignani, il reddito disponibile pro capite al Sud continua a essere pari a poco più del 60% di quello Nord. L'altra invece risente dei diversi andamenti registrati dalla popolazione residente nei territori, che continua - cioè - a spendere molto meno della quota dei consumi dei turisti.
Il rapporto di Confcommercio evidenzia anche comenegli anni della crisi, il biennio 2008-2009, il calo della spesa abbia colpito anche le regioni del Centro- Nord. Le regioni settentrionali, scrive lo studio, hanno risposto alla crisi in modo disomogeneo, con una riduzione molto marcata in Piemonte (oltre il 5% nel periodo recessivo) a cui si è contrapposta una tendenza al ridimensionamento abbastanza contenuta in Liguria e in Emilia Romagna. Le regioni del Centro, dopo aver mostrato una stabilità nel 2008, hanno subito nel 2009 una marcata contrazione della spesa, soprattutto Toscana e in Umbria. Nel decennio 1996-2007, Valle d'Aosta, Lazio e Veneto sono le regioni con le migliori performance (tutte con una variazione media annua dei consumi prossima al +2%), mentre Puglia, Abruzzo, Liguria e Calabria sono quelle con le minori dinamiche (tutte con una variazione inferiore al punto percentuale).