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Galan: «Sugli Ogm il governo è ben presente ma le decisioni spettano alle regioni»

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2010 alle ore 08:08.

«Sulla questione degli Ogm il governo è ben presente, ma le decisioni spettano alle amministrazioni regionali». Netta la posizione del ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, all'indomani delle polemiche sulle coltivazioni di Ogm in Friuli, sulla irruzione di un gruppo di no-global in un campo e la decisone di alcuni parlamentari della Lega Nord di presentare in Parlamento un Ddl per rilanciare il blocco delle coltivazioni.

«C'è una legge e il governo fa rispettare la legge che oggi impone divieti e sanzioni a chi coltiva Ogm – aggiunge Galan –. Bisogna tener conto però che l'Unione europea ha chiesto all'Italia di decidere sui cosiddetti Piani di coesistenza, ossia, in sintesi, sui piani per gestire in ambito locale le coltivazioni Ogm accanto a quelle tradizionali. Siamo inadempienti, dobbiamo decidere, altrimenti rischiamo ritorsioni come nel caso delle quote latte. Il confronto all'interno della Conferenza stato-regioni è già avviato, dobbiamo comunicare a Bruxelles cosa vogliamo fare. Soprattutto le regioni decidano la loro strategia».

Galan precisa poi che la sua posizione è stata sempre chiaramente improntata al pieno rispetto della legge e alla promozione del progresso e della ricerca scientifica. «Il punto vero – aggiunge il ministro – è che di fronte alla richiesta della Ue di prendere decisioni chiare si è evitato, da 9 anni a questa parte, di intervenire, di uscire dall'ambiguità. È questo il vuoto normativo che ha aperto la strada ai ricorsi presso Tar e Consiglio di stato. Del resto la legge del 2001 non vieta in maniera ultimativa la coltivazione di Ogm, ma dice che si procede sulla base delle varietà autorizzate e all'interno delle linee guida stabilite dai Piani di coesistenza, come richiesto da Bruxelles. Ora dobbiamo colmare questo ritardo».

Nell'immediato Galan si muoverà dunque nel solco della normativa attuale. «Sono in corso degli accertamenti – sottolinea il ministro –, gli ispettori stanno facendo il loro lavoro per capire se quelle sospettate sono davvero coltivazioni Ogm oppure no. I risultati delle indagini saranno consegnati senza indugio alla Procura competente che deciderà come procedere. Se ci sono stati comportamenti illegali sono competenti i magistrati. Poi anche la regione Friuli-Venezia Giulia effettuerà le proprie valutazioni. In questo contesto la posizione del ministero è chiara, siamo per il rispetto della legge e attenti a indicazioni e richieste di Bruxelles. Del resto ricordo che la competenza, sul complesso tema degli Ogm, spetta comunque alle amministrazioni regionali. Con loro si prenderanno decisioni nell'ambito della sede competente, che è appunto la Conferenza stato-regioni. Di sicuro però dobbiamo uscire dall'ambiguità e da questa fase di stallo e definire regole precise secondo quanto Bruxelles ci chiede da tempo».

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A Galan le polemiche di questi ultimi giorni sono sembrate fuori tono. «Sono sempre intervenuto tempestivamente sulle questioni importanti, nessuna resistenza o latitanza – rileva –. Abbiamo già affrontato nodi rilevanti come le quote latte o le problematiche della pesca. Credo però che le regole vadano rispettate da tutti, che non si possano elogiare comportamenti lesivi della proprietà privata, e che si debbano censurare solo quei comportamenti che sono oggettivamente illegali, dopo il pieno accertamento dei fatti. Chi ha violato la legge dovrà pagare».

Il timore è che le polemiche siano strumentali e che finiscano per essere anche fuorvianti rispetto all'obiettivo di potenziare la ricerca scientifica. «Eminenti scienziati, da Veronesi a Tirelli si sono già pronunciati favorevolmente su vari punti controversi – aggiunge Galan – ma soprattutto hanno ripetutamente sottolineato la necessità di non frenare attività e investimenti. L'Italia non può più permettersi di rimanere indietro, pena una ulteriore perdita di competitività. Per questo motivo dobbiamo ora far in modo di definire un quadro più preciso uscendo da questa fase contraddistinta da rinvii, da non decisioni».
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