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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2010 alle ore 19:19.
MOSCA. Una centrale nucleare chiavi in mano, come da contratto. Serghej Kirijenko, capo dell'ente atomico russo Rosatom, sta per volare a Teheran. La settimana prossima, sabato 21 agosto, assisterà all'inserimento del combustibile nucleare nel reattore della centrale di Bushehr. È un passaggio irreversibile, spiega Serghej Novikov, portavoce di Rosatom, la fase in cui gli impianti – dopo un'attesa di 40 anni – vengono elevati al rango di «installazione per l'energia nucleare». Un finale a cui l'Occidente aveva sperato di non assistere.
Eppure Bushehr era nata proprio dall'Europa, un progetto avviato negli anni 70 dai tedeschi di Siemens e poi cancellato dalla Germania dopo la Rivoluzione islamica di Khomeini. La Russia subentrò nel gennaio 1995, impegnandosi a costruire la centrale, a istruire i tecnici, a fornire l'uranio e a installare il reattore, del tipo VVER-1000. Un processo tormentato, non solo per le pressioni degli americani che sospettano che l'energia nucleare iraniana sfoci in un programma di armamenti, ma anche per le divergenze tra iraniani e russi, che più di una volta hanno sospeso i lavori per i mancati pagamenti.
La messa in funzione della centrale sarà un procedimento lungo, terminerà a novembre. L'inserimento delle barre di uranio richiede due-tre settimane, la prima reazione fissile avverrà a inizio ottobre. Ci sarà una cerimonia, a quel punto, per «salutare» l'arrivo del combustibile «al cuore del reattore», conferma Ali Akbar Salehi, capo dell'Agenzia iraniana per l'energia nucleare. Sei settimane dopo, la centrale verrà collegata alla rete elettrica iraniana.
Agli occhi di Mosca, tutto questo non contraddice la recente adesione alle sanzioni contro l'Iran votate in maggio al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La centrale di Bushehr è costantemente monitorata dall'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, e Teheran ha accettato di riconsegnare alla Russia l'uranio utilizzato nella reazione, quello che potrebbe essere eventualmente arricchito in un programma di costruzione di armamenti.
«L'attivazione di Bushehr – scrive l'agenzia russa Ria Novosti – rispetta totalmente le norme internazionali vigenti, e il regime di non proliferazione». Ma quando Vladimir Putin, nel marzo scorso, disse che Mosca avrebbe messo in funzione Bushehr in agosto, il segretario di stato americano Hillary Clinton definì la decisione «prematura».