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Questo articolo è stato pubblicato il 16 agosto 2010 alle ore 08:37.
Su un tassello sono apparsi subito vicini: la voglia di andare immediatamente al voto. Senza passare attraverso governi tecnici o di transizione. Poi, certo, il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, si è un po' discostato da Umberto Bossi e dalla Lega quando, spiazzando tutti, ha aperto a un governo di emergenza per cambiare la legge elettorale. Salvo, poco dopo, riprendere la vecchia linea: elezioni subito, anche con l'odiato "porcellum". Così per un giorno, dopo aver indagato la caccia all'elettore del Cavaliere e quella del Senatur, passando per Casini e i democratici, siamo diventati sostenitori dell'ex magistrato divenuto famoso con l'inchiesta "Mani Pulite" per capire se è davvero pronto «a presentarsi davanti agli elettori cogliendo al volo le contraddizioni insite nelle destre».
Anche se con un certo modo di fare politica della destra, l'Idv ha più d'un punto in comune. Quali? Basta aprire il sito dei dipietristi che si nota subito una notevole somiglianza con quello del Carroccio. Perché anche qui a essere privilegiato è il rapporto diretto con il potenziale elettore che porta alla medesima declinazione: così al "dillo alla Lega", che ti accoglie nel mondo web del Senatur, fa da contraltare lo "scrivi all'Italia dei Valori". Anche qui, poi, come accadeva con i quesiti da inviare ai leghisti, è sufficiente inserire pochi dati: niente recapiti telefonici obbligatori, ma solo l'indirizzo mail che serve sia per confermare la richiesta che per ottenere la risposta.
E le risposte arrivano e sono visibili sul sito. Così scopriamo che c'è chi accusa il presidente dei senatori dipietristi, Felice Belisario, di aver predicato bene e razzolato male usando l'auto blu a lui assegnata per scopi non collegati ad attività istituzionali. Ma Belisario si difende e ricostruisce per gli elettori l'accaduto. Le analogie con il Carroccio, però, non finiscono qui. Perché anche i dipietristi sembrano avere un occhio privilegiato per il territorio. Tanto che già dall'home page è possibile recuperare i contatti e tutte le informazioni sulle sedi territoriali dell'Idv, come accadeva anche nel sito di Umberto Bossi.
Ma c'è un'altra spia che racconta la strategia modello-Lega di Di Pietro e che viene fuori quando proviamo a tesserarci. Perché il modulo che appare sul sito è solo il primo passo di un percorso che finirà comunque fuori dalla rete. Non basta infatti inserire tutti i dati (a questo punto anche qui vengono richiesti recapiti e telefono), ma bisognerà scaricare il modulo e recarsi presso la sede provinciale o regionale con un documento di identità per versare la quota associativa. Niente bonifici bancari o pagamenti via web, dunque. Meglio, pensano i dipietristi, il rapporto vis-à-vis con l'elettore. Cui si rivolge lo stesso Antonio Di Pietro per invitarlo a «scendere nell'arena». Un minuto per spiegarci che il partito ha bisogno «di teste, di braccia, di buona volontà». Al di là del web, s'intende...