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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2010 alle ore 15:22.
Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, ha annunciato oggi che nel giro di «qualche settimana» saranno pubblicati altri 15.000 documenti confidenziali sulla guerra in Afghanistan.
«Siamo all'incirca a metà strada, dunque in qualche settimana», ha detto Assange rispondendo a una domanda sulla data di pubblicazione di questa documentazione supplementare, a margine di una conferenza stampa tenuta a Stoccolma.
Dopo la nuova richiesta del Pentagono di cessare la pubblicazione dei documenti segreti per ragioni di sicurezza e le accuse della stampa di mettere a richio la vita degli informatori, il fondatore di WikiLeaks ha assicurato che il suo sito internet specializzato in intelligence «procederà con prudenza» ed esaminerà «riga per riga» i documenti in questione.
«Tutti i documenti saranno pubblicati», ma saranno presentati in modo da proteggere «i nomi delle persone innocenti che rischiano di esporsi a minacce significative». WikiLeaks ha già reso pubblici 77.000 documenti che hanno scatenato forti polemiche non solo negli Stati Uniti ma anche fra le organizzazioni per i diritti umani, spaventate dalle possibili ritorsioni che i cittadini afgani che hanno collaborato con le forze Nato potrebbero subire.
Il Pentagono stesso aveva risposto alla pubblicazione dei documenti segreti dichiarando che potrebbero mettere in pericolo le vite dei soldati in Afghanistan e chiedendo a WikiLeaks di non pubblicare altre informazioni riservate.