Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2010 alle ore 12:01.
A chi tira in ballo l'accostamento con il presidente Usa, per ribattezzarlo «l'Obama bianco contro Berlusconi», ha risposto così. «È un paragone esagerato, molto elogiativo, ma troppo grande per le mie piccole spalle». Le "piccole spalle" del governatore della Puglia, Nichi Vendola, non sembrano però aver paura delle grandi sfide. Tanto che il leader di Sinistra e libertà (Sel) ha lanciato ufficialmente la sua corsa alla leadership del centro-sinistra. «Io non mi batto per una sinistra minoritaria, mi batto per vincere».
Così, dopo aver esplorato la mobilitazione lanciata dal Cavaliere e la risposta del Pd, passando per il grande centro di Casini e la roccaforte della Lega e dei dipietristi, siamo andati a vedere come «l'Obama bianco» si prepara alla battaglia.
Almeno sul web il paragone con il 44° presidente americano non sembra comunque azzardato. Perché non c'è mezzo, da Facebook ai cinguettii di Twitter passando per Youtube, che il governatore, al pari di Obama, non presidi. Così, entrando nel social nework più famoso della rete, scopriamo che Vendola ha 224mila amici e che qualche giorno fa, l'11 agosto per l'esattezza, «si è preso qualche giorno di riposo in Turchia», lasciando allo staff il compito di aggiornare Facebook e Twitter. Dove peraltro non risparmia stilettate ai compagni della sinistra, D'Alema su tutti. Cui, il 7 agosto, indirizza questo messaggio. «Sono contento che Massimo D'Alema abbia già fatto una dichiarazione di voto. Vuol dire che si voterà per le primarie».
Ma il cuore della strategia vendoliana sono le 400 fabbriche sparse sull'intera penisola. «Non semplici comitati elettorali», come si legge sul sito del governatore, «ma spazi diversi attivi e creativi». Che il leader di Sel ha voluto riunire a metà luglio per tre giorni al villaggio turistico di Baia San Giorgio, nel barese, per lanciare ufficialmente la propria candidatura alla premiership. E, per farlo, l' «Obama bianco» ha scelto di battezzare le sue fabbriche come il vulcano islandese, Eyjafjallajokull, che, a marzo, ha messo l'Europa in ginocchio. «Berlusconi e insieme a lui l'Italia, ha bisogno che si metta in campo il cantiere dell'alternativa, ma l'alternativa non è semplicemente nelle parole del centro-sinistra».