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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2010 alle ore 10:54.
LONDRA - David Cameron è in vacanza ma può festeggiare, mentre Nick Clegg che lo sostituisce dovrà fare buon viso a cattivo gioco. Il Governo britannico di coalizione tra conservatori e liberaldemocratici mercoledì 18 agosto compie cento giorni. Diversi sondaggi condotti per l'occasione mostrano che il sostegno per il premier e per il partito conservatore è aumentato, mentre il suo vice e il partito liberaldemocratico stanno perdendo consensi.
Il grande esperimento di una coalizione tra conservatori e liberaldemocratici era partito con la formazione del governo l'11 maggio scorso ed è proseguito con grande determinazione e meno intoppi del previsto. Secondo un sondaggio condotto da Sky News il 54% degli elettori ritiene che Cameron stia facendo un buon lavoro mentre solo il 34% è disposto a dare la sufficienza a Clegg. Il gradimento per Cameron è tale che se si dovesse andare al voto domani, i conservatori otterrebbero la maggioranza con il 43% dei consensi, ai laburisti andrebbe il 24% mentre i liberaldemocratici avrebbero solo l'8% dei voti, un crollo verticale rispetto a maggio.
Quale che sia la performance dei due partiti, il governo viene promosso: secondo un sondaggio YouGov il 43% degli elettori ritiene che l'attuale Esecutivo sia molto migliore del precedente. I giudizi positivi dei sondaggi sono un riconoscimento delle grandi ambizioni del Governo e del decisionismo mostrato da Cameron negli ultimi cento giorni. Il premier ha sorpreso anche i fedelissimi del partito con la sua volontà di bruciare le tappe e attuare un radicale programma di tagli alla spesa pubblica e decentralizzazione dei poteri per rendere lo Stato più "leggero" dando maggiori responsabilità ai cittadini.
La priorità del governo, hanno ribadito tutti i ministri, è ridurre in tempi il più brevi possibili il deficit di bilancio record da 155 miliardi di sterline. Per farlo saranno necessari drastici tagli alla spesa. I dettagli dei tagli previsti si sapranno solo ad ottobre, quando verrà annunciata la Spending Review, ma si sa già che tutti i ministeri dovranno ridurre le spese almeno del 25% e in alcuni casi del 40 per cento. L'impatto sui servizi pubblici sarà notevole,ma l'obiettivo della coalizione è restituire credibilità alla Gran Bretagna e non mettere a rischio il suo credit rating.