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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2010 alle ore 17:13.
«L'esercito americano ha accettato di vagliare assieme a Wikileaks i documenti secretati sulla guerra in Afghanistan per depennare tutte quelle informazioni che potrebbero nuocere ai civili afghani». Lo ha reso noto oggi Julian Assange, il fondatore di Wikileaks. Il Pentagono ha però smentito il sito: «Non abbiamo alcuna intenzione di aiutare Wikileaks a cancellare i dati sensibili dai 15.000 file segreti sulla Guerra in Afghanistan che intendono pubblicare», ha detto il portavoce Bryan Whitman.
Stamattina Assange aveva detto all'Associated Press che era stato stabilito un contatto tra l'avvocato di WikiLeaks e il consulente legale della U.S. Army per eliminare da una nuova tornata di documenti segreti sulla guerra in Afghanistan che si appresterebbe a pubblicare ogni dato sensibile che potrebbe aiutare i talebani ed al Qaeda ad individuare i nomi dei collaboratori afghani delle truppe Usa e Nato.
Un portavoce del sito ha intanto annunciato di aver ricevuto in Svezia l'offerta del Partito Pirata svedese di ospitare alcuni dei server, la banda con cui collegarsi (così come fa già con Pirate Bay) e, in generale, di aiutarlo a portare avanti le operazioni di pubblicazione di documenti riservati, aggirando le restrizioni imposte dal governo statunitense. «Siamo esaltati dall'idea di poter aiutare WikiLeaks» ha detto il segretario del partito Rick Falkvinge. Il Partito Pirata ha ottenuto alcuni seggi nel parlamento europeo e, nel caso che nelle prossime elezioni politiche in Svezia dovesse aggiudicarsi almeno un seggio, porrebbe i server sotto immunità parlamentare, in quanto opererebbero sotto la responsabilità dell'eletto, direttamente da dentro il Parlamento svedese.