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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2010 alle ore 18:11.
Una strage per farsi conoscere. È questo l'obiettivo delle ultime schegge impazzite del terrorismo nordirlandese, quello di matrice repubblicana e cattolica. Un colpo a effetto da portare con la massima durezza contro un target capace di garantire estrema visibilità. Nel mirino di quel che resta dell'Ira, siano essi i duri e puri di Real Ira o gli ideologi di Continuity Ira, c'è il palazzo dei congressi di Birmingham dove nell'ottobre di quest'anno di svolgerà la conferenza del partito Conservatore del premier David Cameron.
Ne ha la certezza un ex ufficiale britannico Patrick Mercer, oggi deputato Tory, ma profondo conoscitore dell'Ulster dove ha servito il Paese per molti anni. Senza svelare le sue fonti il deputato ha detto di avere avuto informazioni inequivocabili sulla determinazione dei terroristi repubblicani di voler colpire e di volerlo fare presto e lontano sia da Belfast sia da Londonderry. «Non c'è dubbio – ha detto Mercer – che chi ha progetti del genere immagina di ripetere l'azione del 1984». In quell'anno l'Ira piazzò potenti ordigni nel Grand Hotel di Brighton. L'obiettivo era Margaret Thatcher che uscì incolume, ma furono uccise cinque persone e altre 34 rimasero ferite, tutti partecipanti all'annuale congresso dei conservatori. Fu uno degli attentati più gravi e più clamorosi dei provos, un attacco rimasto nell'immaginario collettivo del conflitto nordirlandese.
Tentare la replica di quanto accadde allora potrebbe quindi avere un sapore particolare per le ultime frange di un radicalismo militante e militare ormai in via di dissoluzione. «Non sono sicuro che i terroristi rimasti – ha commentato Mercer – abbiano la capacità di organizzare un'azione del genere, ma certamente vogliono farlo e ne stanno parlando».