Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2010 alle ore 20:42.
LABRO - L'invito era arrivato in apertura di kermesse dal presidente della provincia di Rieti, Fabio Melilli. «Mi auguro che spazzerete via questa estate non bella e sono sicuro che lo farete tornando a volare alto». E nel borgo millenario di Labro, piccolo angolo d'Italia stretto tra le montagne, il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli, e i suoi inseguono un progetto ambizioso: costruire un terzo polo. Anche se Lorenzo Dellai, che di Api è uno dei promotori, preferisce parlare di «un nuovo progetto politico che sappia guardare oltre».
Ora, però, le urgenze della politica sembrano altre. E Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, giunto quassù per rispondere all'invito dell'amico Francesco non si esime e fissa qualche paletto. A cominciare dalla legge elettorale. «Quella che c'è – spiega il numero uno dei centristi – è una indecenza ed è possibile trovare un'intesa, anche con chi sostiene i collegi uninominali, sposando il proporzionale alla tedesca con il "provincellum", ossia il sistema di elezione delle province».
Il clima è di grande concordia. E, ancor prima di salire sul palco per confrontarsi sulle alleanze, il leader dei centristi si sofferma a chiaccherare con i cronisti mentre si arrampica per le stradine ripide di questo splendido borgo. Ricorda l'appello di Napolitano con cui dice di essere d'accordo. «Questo governo non riesce nemmeno a fare gli atti elementari come indicare un nuovo ministro dello Sviluppo. Ma non basta una nomina, ci vuole un impegno forte per l'industria e per il paese».
E invece l'attualità vira su altro. Sul processo breve, «un'indecenza», secondo Casini «che va spazzata via, non è una cosa che si può fare». Ma a tenere banco, anche qui, è la querelle tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. «Pretendere che Fini dopo tutto quello che c'è stato durante l'estate, non dica "non esco e non faccio il mio partito, così mi fate fuori con comodo" è troppo. La riconciliazione è difficile. Grande limite di Berlusconi è che fa appello ai sentimenti, ma il problema non sono i sentimenti».
Quanto alle allenze Casini è chiarissimo. «Con Rutelli – dice – c'è grande condivisione su tante cose, difficile trovare motivi di disaccordo». E Fini gli chiede qualcuno. «Lui è ancora nel Pdl, vedremo cosa dirà a Mirabello». Lo sguardo è dunque anche puntato su domenica prossima quando il presidente della Camera parlerà dal palco della festa Tricolore-Futuro e libertà, ma qui, davanti a una platea gremita e con Bruno Vespa che lo incalza, Casini vuole comunque lanciare un messaggio chiaro. «Se oggi si votasse non c'è dubbio che sarei per andare da solo – replica al conduttore di Porta a Porta – e sarei incurante di quello che può essere l'esito politico delle elezioni».