Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2010 alle ore 14:56.
Il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello è stato "appassionato". Ha annunciato la fine del Pdl e, se volesse, potrebbe rovesciare il governo. Ma non vuole elezioni anticipate. La resa dei conti nella maggioranza di governo è sulla homepage di molti siti internet francesi, è seguita con attenzione su vari media inglesi e spagnoli, ma non fa rumore, almeno per ora, negli Stati Uniti, dove la politica italiana risulta spesso complicata da spiegare.
"Il discorso pieno di invettive avrà serie conseguenze politiche" scrive El Pais, mentre nei titoli sottolinea: "Fini lascia che il primo ministro resti al potere promettendo il suo voto di fiducia"; "Fini attacca frontalmente Berlusconi, ma gli promette il voto di fiducia". Pur demolendo "il corpo mistico del berlusconismo" – spiega Miguel Mora - Fini ha lasciato nelle mani del primo ministro il futuro della legislatura affermando che il suo gruppo appoggerà lealmente in Parlamento i cinque punti del "programma-ultimatum" di Berlusconi, incluso "uno scudo giudiziario che non danneggi la collettività".
El Pais descrive un Fini "brillante, pungente e abile", bravo oratore che con un discorso "appassionato e molto istituzionale" è stato capace di ridare agli italiani "la vecchia emozione della politica ben elaborata e capace di coinvolgere ed emozionare la gente". Ha volutamente lasciato per aria l'annuncio "sperato" della fondazione del nuovo partito Futuro e Libertà: "Fini non ha citato una volta la parola partito, lasciando a Berlusconi la responsabilità della rottura", presentandosi nel contempo come nuovo leader di un centrodestra "nazionale, liberale, sociale e davvero europeo". Ma, conclude Mora, "Non sarà facile che Berlusconi accetti di sottomettersi al controllo di Fini": i collaboratori più vicini al premier hanno immediatamente chiesto le dimissioni di Fini da presidente della Camera. El Economista pubblica sul suo sito un lancio dell'agenzia Europa Press - "Fini non forzerà le elezioni anticipate in Italia" – dove si dice che l'ex alleato ha lanciato un "feroce attacco" al premier italiano.
"Il partito di Berlusconi è morto, dice l'espulso rivale": così titola il Times di Londra. A contrastare il termine "morto", una vecchia foto di Berlusconi e Fini che salutano affiancati la loro platea. Il rivale in potere di Berlusconi – scrive Richard Owen - ha detto che il Pdl "non esiste più", dopo la sua espulsione dal partito, da lui definita "il peggior stalinismo". Per poco non ha annunciato la conversione della sua fazione, Futuro e Libertà, in un partito vero e proprio, continua Owen, spiegando che il Fli conta 34 deputati e 10 senatori, "abbastanza per buttare giù il governo se Fini decidesse di farlo".