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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2010 alle ore 19:33.
Piena fedeltà al governo di Silvio Berlusconi. Paroladel leader della Lega, Umberto Bossi, che dal Monviso, dove è giunto oggi per il tradizionale rito dell'ampolla, ribadisce la linea del Carroccio e conferma di aver accantonato, almeno per ora, l'idea di andare al voto. «Visto che non si può andare alle elezioni - spiega il Senatùr - meglio andare avanti e lavorare e non pensarci più». Dunque il numero uno del Carroccio resta al fianco del Cavaliere e stoppa con decisione anche l'ipotesi di una maggioranza allargata limitandosi a ripetere il gesto del dito medio ai cronisti che lo punzecchiano sull'argomento.
Poi il leader della Lega indica le prossime sfide. «Siamo venuti qui - promette rivolto ai suoi - per dirvi che il federalismo è pronto e passerà a giorni». Prima, prosegue il ministro, «sembrava impossibile, ci volevano mettere in galera, poi hanno cominciato a poco a poco a cedere e, alla fine, la premiata ditta Calderoli-Bossi alla fine ha portato a casa il risultato». Quanto alla nuova battaglia il Senatùr è chiarissimo. «Preparate le sedi, le piazze principali, per festeggiare dopodichè passeremo al decentramento. Bisogna portare a casa i ministeri, non lasciarli solo a Roma, ma portarli a Torino, a Milano, a Venezia».
Quindi il numero uno del Carroccio rispolvera uno dei vecchi cavalli di battaglia. «La Lega Nord - dice - è nata per liberare la Padania e non andremo in pensione sino a quando la Padania non sarà libera». E lancia poi un appello. «I nostri figli - aggiunge - porteranno avanti le nostre idee, le nostre cause, che non finiranno mai se non con la vittoria». Infine la promessa di non abbandonare il Cavaliere. «La Lega darà il voto in aula a Berlusconi, non siamo mica a Fini. Abbiamo fatto un patto e noi manterremo l'alleanza. Berlusconi ci ha dato i voti per avere il federalismo e manterremo il patto fino alla fine». (Ce. Do.)