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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2010 alle ore 11:59.
È morto uno dei due militari italiani rimasti feriti questa mattina in Afghanistan, colpito da colpi di arma da fuoco durante un'operazione per la cattura di alcune persone che avevano piazzato poco prima un ordigno lungo una strada. Si tratta del tenente Alessandro Romani del nono Reggimento d'assalto Col Moschin, che faceva parte della Task Force 45. Insieme all'ufficiale è stato colpito e ferito anche un paracadutista, sempre nell'area a est di Farah nella zona di Bakwah, provincia di Herat.
Il clima resta molto teso. I talebani hanno rapito nelle ultime ore due candidati e 18 altre persone alla vigilia delle elezioni di sabato. Più di 10 milioni e mezzo di afghani sono chiamati alle urne per eleggere 249 parlamentari della Camera bassa, la "Wolesi jirga", tra 2.447 candidati. La Camera bassa approva o respinge le leggi mentre quella alta ha un ruolo marginale. Ieri i ribelli hanno prima sequestrato nella provincia occidentale di Herat il candidato Safiullah Mujaddidi, e successivamente, stamattina alle sette un secondo candidato, Abdul Rahman Hayat nel distretto di Alishing, a ovest di Kabul. L'opera dei ribelli si è estesa anche a dieci sostenitori del candidato Ziauddin, e a otto dipendenti della Commissione elettorale indipendente (Iec).
Assassini e intimidazioni. Un attentato con un ordigno esplosivo è stato compiuto oggi contro un camion che trasportava schede elettorali nella zona di Shindand, nell'Afghanistan occidentale: alle prime operazioni di soccorso ha provveduto la polizia locale, mentre due elicotteri Usa perlustravano la zona dall'alto. Poi sono intervenuti i militari italiani che hanno recuperato il materiale elettorale, portandolo a destinazione. Nell'esplosione sono rimasti feriti il conducente del mezzo e due passanti, subito soccorsi.
Ieri sera sono stati anche uccisi nel nord del paese due funzionari della Commissione elettorale indipendente (Iec) suscitando una viva condanna da parte della Missione dell'Onu a Kabul . Le due vittime, si è appreso, erano impegnate nell'organizzazione dei seggi elettorali nella provincia settentrionale di Balkh. L'attacco è stato rivendicato dai talebani. Prima di questo incidente, il presidente della Fondazione per elezioni libere e trasparenti (Fefa) aveva segnalato «un aumento delle intimidazioni e degli attacchi nei confronti dei candidati». In base a dati a sua disposizione, 19 persone, fra cui quattro candidati, sono morte in incidenti legati alla violenza pre-elettorale.