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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2010 alle ore 19:41.
Alcuni Udc rafforzeranno la maggioranza. I numeri? Sono sicuri, nessun calcio mercato. Così il premier Silvio Berlusconi a Taormina, davanti alla platea della Destra di Storace. Sugli Udc dice: «Sono stato cercato, senza fare alcuna pressione da parte mia, da molti parlamentari siciliani che dissentono dalla linea del loro partito che avendo un elettorato moderato e cattolico vuole invece allearsi con la sinistra. Sono loro che pensano aduna nuova formazione politica per rafforzare la maggioranza del Governo».
Liquida come «dissennatezze estive» la crisi aperta dallo strappo dei finiani, cita i titoli dei quotidiani stranieri che parlano di un Governo debole e ribadisce che «davvero non ci voleva quello che abbiamo visto in questi mesi estivi, proprio nel momento in cui il Paese sta uscendo bene dalla crisi».
Non risparmia l'ennesimo attacco ai giudici. «No ai giudici che giudicano in base a pregiudizi politici». Ed è tornato a parlare di intercettazioni, ribadendo la necessità dell'inviolabilità delle conversazioni telefoniche private.
Berlusconi apre alla Destra di Storace, auspicando che in futuro ci possano essere uomini di questo partito verso il quale, dopo la «dolorosa» chiusura del passato, non c'è più alcun veto. Prima delle elezioni, che si terranno tra «tre anni», il premier Silvio Berlusconi, auspica «uomini della Destra nel governo». Riconosce tra i padroni di casa che «qui siamo tra persone delle quali ci si può fidare» e ribadisce certo di avere i numeri in Parlamento: «sono sicuro che in Parlamento ci saranno gruppi che si aggiungeranno alla maggioranza e che
assicureranno la responsabilità al Paese».
Rifiuta però l'idea del mercato di parlamentari. «Noi - dice scandendo le parole - non facciamo calcio mercato con nessuno. Non capisco perchè chi tra di noi va con la sinistra rappresenta uno straordinario esempio etico ed estetico mentre chi viene da noi è solo per calcio mercato. Questa lettura è inaccettabile».
In sala fischi e "buuu" contro Fini. «Una volta, per avere applausi bastava citare Almirante. Oggi per avere un fischio basta citare Fini», ha detto Francesco Storace nel suo discorso punteggiato di riferimenti satirici e critici nei confronti del presidente della Camera. Pesantemente attaccato anche da Donna Assunta Almirante. «A lui - ha detto alla platea la vedova Almirante - un consiglio. Vai a casa prima che ti ci mandino gli italiani».(N.Co.)