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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2010 alle ore 16:11.
Il voto di sabato ha confermato lo stallo della situazione afghana. Un'affluenza di appena il 40 per cento degli aventi diritto sembra dimostrare la disillusione di molti cittadini nei confronti di una democrazia che non ha portato benefici sostanziali alla popolazione. Il presidente della Commissione elettorale indipendente (Iec), Fazad Ahmad Manawi, ha precisato che 5.355 seggi hanno effettivamente operato, 304 sono stati chiusi per irregolarità o attacchi talebani e di 157 non si hanno notizie.
I risultati saranno noti solo entro fine ottobre ma a raffreddare gli entusiasmi degli elettori per il rinnovo dei 249 parlamentari della Camera Bassa hanno influito la bassa levatura politica di molti candidati tra i quali comici, attori, sportivi intenzionati a capitalizzare con un ottimo stipendio pubblico la propria notorietà. Un altro elemento che ha contribuito al distacco degli elettori è rappresentato dal fatto che molti candidati si sono presentati in distretti diversi da quello di nascita o residenza finendo per chiedere voti a elettori che non li conoscevano. Un fenomeno sottolineato anche dagli esperti di Operazioni Psicologiche delle truppe alleate, amplificato dalla scarsa diffusione di radio, televisione e giornali.
La Fondazione afghana per elezioni libere e regolari (Fefa) ha segnalato alla commissione elettorale indipendente la scarsa correttezza del voto "'in almeno 389 seggi'' rilevando ''un numero inquietante di interventi di rappresentanti governativi per favorire i loro candidati''. ''Nella maggior parte delle provincie sono state utilizzate urne con il doppiofondo. Alcuni seggi hanno chiuso prima dell'ora prevista e in molti casi gli elettori non hanno potuto votare''. La Fefa ha anche espresso dubbi sull'inchiostro utilizzato per riconoscere chi aveva già votato che in seggi non era indelebile. Circa brogli e scorrettezze il New York Times ha evidenziato le caratteristiche del mercato elettorale nel quale, a seconda delle province, i candidati potevano acquistare voti con cifre variabili tra i 5 e 18 dollari ognuno a seconda del grado di pericolosità: a Kandahar , regno dei talebani, le tariffe più alte.
Anche per questo i complimenti al popolo afghano per il coraggio dimostrato recandosi alle urne espresso dalla comunità internazionale risulta poco più di un esercizio retorico. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha lodato il "coraggio" del popolo afghano, ha condannato "gli atti di violenza" avvenuti nel Paese e si è appellato "a tutte le parti a usare i canali legali appropriati per affrontare i reclami in attesa che gli uffici elettorali completino gli scrutini secondo la legge". Anche Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato, si è congratulato con gli afghani che sono andati a votare mostrando la loro "determinazione a resistere alle intimidazioni". Sulla stessa linea il generale Petraeus per il quale le forze afghane "hanno dimostrato coraggio nel salvaguardare un'arma che ha il più grande potenziale rispetto a ogni altra: il diritto della popolazione al voto e a dire la propria sul futuro del Paese".