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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2010 alle ore 11:05.
«Non mi dà fastidio la presenza dei libici a condizione che questo non metta in discussione il ruolo di grande banca che Unicredit ha saputo conquistarsi in questi anni». Così il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, a "24 Mattino" su Radio 24, ha parlato dei rapporti tra gli azionisti all'interno di Unicredit, di cui è azionista anche la Crt: «Però - ha aggiunto Chiamparino - siccome a suo tempo sono stato attaccato perché sospettato di ingerenza nelle banche, il sindaco non ha nulla da dire sull'azionariato. Si pronuncino gli azionisti. Se io mi pronuncio su ciò che può o deve fare la Fondazione Crt è perché ritengo di averne il diritto, ma su ciò che deve fare Unicredit si pronunci l'azionista Crt».
Chiamparino ha poi parlato di politica e del Pd: «Discutere non vuol dire sfasciare - così Chiamparino ha difeso a Radio 24 il documento di Veltroni -. Che di una discussione ci sia bisogno è evidente perché nel momento in cui la destra è allo sfascio, non mi sembra che il Pd ne stia traendo dei vantaggi. Spetta al gruppo dirigente attuale, che nessuno mette in discussione, cogliere il buono che c'è in quel documento. Purché non si parta dal presupposto che tutto va bene perché c'è stato un congresso un anno fa. Perché non è così».
Chiamparino poi ha parlato di mancanza di leadership nel centrosinistra: «Se dovessi dire la verità - ha detto ai microfonidi Radio 24 - bisognerebbe tornare al '98. Dopo l'infanticidio del primo governo Prodi, che avrebbe potuto far nascere allora il vero partito democratico, non siamo riusciti ad avere un progetto credibile di governo. Nel 2006 avevamo un programma di 300 pagine, un manuale di mediazione politica più che una proposta di governo».